Sant'Ireneo
S. Ireneo di Lione (seconda metà del Il secolo), originario dell'Asia Minore, è il primo grande teologo dell'età patristica. Il suo pensiero, d'ispirazione profondamente biblica, ènello stesso tempo semplice, vigoroso e profondo. Opposto al dualismo gnostico, tale pensiero si sintetizza in una visione d'unità: la ricapitolazione universale nel Cristo. L'unione con il Figlio, preparata dallo Spirito Santo, ci conduce alla visione del Padre annunciata dai profeti.
Uno solo è Dio che, nel Verbo e nella Sapienza, ha fatto tutte le cose disponendole con armonia. Egli è il Creatore, colui che ha destinato questo mondo al genere umano. Per la sua grandezza, egli è inconoscibile a tutti quelli che sono stati fatti da lui: nessun essere infatti, né passato né presente, ha mai potuto investigare la sua altezza. Ma per la sua bontà, egli è sempre conosciuto in colui, grazie al quale ha creato ogni cosa. Questi è il suo Verbo, il nostro Signore Gesù Cristo. Egli, negli ultimi tempi, si è fatto uomo in mezzo agli uomini, per ricongiungere il termine con il suo principio, cioè l'uomo con Dio. Per questo i profeti, che ricevevano dallo stesso V'erba il carisma della profezia, preannunciarono la sua venuta nella carne. Grazie alla sua incarnazione, si è compiuta - secondo il desiderio del Padre - la fusione e la comunione di Dio con l'uomo. Sin dall'inizio, il Verbo aveva fatto sapere che Dio si sarebbe manifestato agli uomini, avrebbe vissuto con loro sulla terra, avrebbe parlato e si sarebbe reso presente alla sua creatura, salvandola e facendosi conoscere sensibilmente. In tal modo egli ci avrebbe salvati dalle mani dei nostri nemici (Lc. 1, 71), cioè da ogni spirito del male, e ,ci avrebbe concesso di servirlo in santità e giustizia ogni giorno della nostra vita (Lc. 1, 74-75), perché l'uomo intimamente unito allo Spirito di Dio potesse entrare nella gloria del Padre...
Preannunciavano perciò i profeti che Dio sarebbe stato visto dagli uomini, così come dice il Signore: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt. 5, 8). In realtà, data la sua grandezza e la sua gloria ineffabile, nessuno potrà vedere Dio e vivere (Es. 33, 20), perché il Padre è incomprensibile. Ma, per la sua bontà, per H suo amore verso gli uomini e per la sua onnipotenza, egli dà a coloro che lo amano anche la capacità di vederlo. Questo precisamente avevano affermato i profeti, perché ciò che è impossibile agli uomini è possibile aDio (Lc. 18, 27). L'uomo, da se stesso, non potrà mai vedere Dio: sarà Dio stesso che, di sua propria volontà, si mostrerà agli uomini, a chi vuole, quando vuole, come vuole. Dio è onnipotente: egli si manifestò un tempo per mezzo dello Spirito nella parola dei profeti, si fa vedere per mezzo del Figlio nell'adozione a figli, si farà contemplare - ne,I regno dei cieli - nella sua paternità. Lo Spirito prepara l'uomo per il Figlio di Dio, il Figlio lo conduce al Padre e il Padre dona l'incorruttibilità e la vita eterna. E la vita eterna nasce, per chi lo contempla, dalla visione di Dio. Come infatti chi vede la luce è nella luce e partecipa al suo splendore, così chi vede Dio è in Dio e partecipa alla sua luce. Ora, lo splendore di Dio dà vita: così, chi vede Dio entrerà nella vita.
* Contra haereses, liber IV, 20, 4-5: «Sources Chrétiennes» 100, Le Cerf, Parigi 1965, pp. 635-641.
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