venerdì 23 agosto 2013

Dalle "Considerazioni sulla fede" di Diadoco di Fotica

N.89. PG 65,1203.



Con il battesimo di rigenerazione la grazia divina ci trasmette due beni, di cui l'uno supera infinitamente l'altro. Ci elargisce subito il primo, quando con la stessa acqua cancella ogni macchia di peccato e rinnova lo splendore dell'immagine divina in ogni tratto della nostra anima; per elargirci il secondo poi, che è quello della somiglianza, attende la nostra cooperazione.
Quando dunque l'intelletto comincia in un senso profondo a gustare la bontà dello Spirito Santo, dobbiamo comprendere allora che la grazia comincia a dipingere nell'immagine la rassomiglianza. Con la medesima tecnica, con cui, infatti, i pittori in un primo momento disegnano lo schizzo d'una figura umana con un solo colore, e poi stendendo poco alla volta tinta su tinta con varia intensità di accordi rendono l'aspetto del modello fino alle sfumature dei capelli, anche la grazia di Dio prima col battesimo armonizza le linee dell'immagine secondo il modello dell'uomo quale fu creato all'inizio.
 Quando poi essa ci vede tutti protesi verso lo splendore della somiglianza e tenerci nudi e intrepidi là dove essa opera, allora non fa che stendere in accordo di toni virtù su virtù, e di splendore in splendore sublima le fattezze dell'anima fino a formare in lei i caratteri della somiglianza.
 Ne segue quindi che il senso spirituale ci avverte che andiamo conformandoci alla somiglianza; ma la perfezione di questa la conosceremo solo con l'illuminazione. L'intelletto infatti nel suo progresso riceve le altre virtù con il senso spirituale, ma nessuno può far acquisto dell'amore spirituale se non è illuminato dallo Spirito Santo in totale pienezza.


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