Nell’umiltà
e nell’afflizione, l’uomo spirituale, mentre cerca con fervore il
soccorso divino, vede chiaramente la grazia dello Spirito Santo che
arriva, strappa e fa sparire ad una ad una le passioni fino a che
abbia reso la sua anima perfettamente libera. No, non a metà la
visita del Paraclito la gratifica della libertà, ma in modo perfetto
e puro. Oltre alle passioni lo Spirito sradica il cuore da ogni
negligenza, da ogni disgusto, da ogni pigrizia e ignoranza. Poi
ringiovanisce e rinnova l’uomo, sia nell’anima sia nel corpo, al
punto che egli non sembra più rivestito di un corpo pesante e
corruttibile, ma spirituale e immateriale. Né solo fin qui giungono
gli effetti dello Spirito, perché la potenza di Dio gli dà occhi
nuovi e persino orecchi nuovi. Ormai succede che l’uomo non guarda
più umanamente e in modo sensibile ciò che è sensibile; diventato
più che uomo, contempla spiritualmente le realtà sensibili che gli
appaiono come immagini delle realtà invisibili. Ciò che ascolta non
sono più voci di uomo, ma il solo Verbo vivente, che gli parla
attraverso voci umane; Lui, e lui solo, come l’Amato, l’anima
accoglie con l’udito; al Verbo soltanto apre la porta con gioia e
una volta che entrato egli sia, fa festa con lui.
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