giovedì 8 agosto 2013

Dalle “Catechesi” di Simeone il nuovo Teologo. Cat. XIV. S Ch 104,211ss.



Nell’umiltà e nell’afflizione, l’uomo spirituale, mentre cerca con fervore il soccorso divino, vede chiaramente la grazia dello Spirito Santo che arriva, strappa e fa sparire ad una ad una le passioni fino a che abbia reso la sua anima perfettamente libera. No, non a metà la visita del Paraclito la gratifica della libertà, ma in modo perfetto e puro. Oltre alle passioni lo Spirito sradica il cuore da ogni negligenza, da ogni disgusto, da ogni pigrizia e ignoranza. Poi ringiovanisce e rinnova l’uomo, sia nell’anima sia nel corpo, al punto che egli non sembra più rivestito di un corpo pesante e corruttibile, ma spirituale e immateriale. Né solo fin qui giungono gli effetti dello Spirito, perché la potenza di Dio gli dà occhi nuovi e persino orecchi nuovi. Ormai succede che l’uomo non guarda più umanamente e in modo sensibile ciò che è sensibile; diventato più che uomo, contempla spiritualmente le realtà sensibili che gli appaiono come immagini delle realtà invisibili. Ciò che ascolta non sono più voci di uomo, ma il solo Verbo vivente, che gli parla attraverso voci umane; Lui, e lui solo, come l’Amato, l’anima accoglie con l’udito; al Verbo soltanto apre la porta con gioia e una volta che entrato egli sia, fa festa con lui.





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