Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che abita in noi.
2 Timoteo 1, 14
Prefazione
Ortodossia, Ortodossia orientale,
Ortodossia greca, Ortodossia russa, Ortodossia romena: qualunque sia il
nome che le viene dato, è circondato da ignoranza, miti, invenzioni e
fantasie. Forse il più grande di questi è il mito che l'Ortodossia è
diversa dal cristianesimo. Cerchiamo di essere chiari fin dall'inizio:
l'Ortodossia è il cristianesimo. Le due parole significano esattamente
la stessa cosa. Tutto ciò che si definisce cristianesimo e non
Ortodossia è qualcosa di meno del cristianesimo. E tutto ciò che si fa
chiamare Ortodossia e non cristianesimo è qualcosa di meno
dell'Ortodossia.
Lo potete chiamare cattolicesimo romano,
anglicanesimo, protestantesimo evangelico, battismo, metodismo,
pentecostalismo, tutto quello che volete. Tuttavia, se non è Ortodossia,
non è cristianesimo, e se non è cristianesimo, non è Ortodossia, ma un
suo adattamento riduzionista, artificiale. È vero, le parole ortodosso e
cristianesimo, e ortodossi e cristiani, sono spesso messe insieme per
formare 'Cristianesimo ortodosso' e 'cristiani ortodossi', ma solo in
contesti in cui la gente non potrebbe altrimenti capire e si
confonderebbe. Le parole Ortodossia e cristianesimo, le parole ortodosso
e cristiano, significano esattamente la stessa cosa, sono sinonimi.
E' quindi curioso vedere come a volte i
nuovi arrivati all'Ortodossia confondono l'Ortodossia con qualcosa di
diverso dal cristianesimo reale, dall'Ortodossia reale, in modo da
creare una falsa Ortodossia e un falso cristianesimo. La fonte di tale
confusione è in un approccio non-spirituale al cristianesimo /
all'Ortodossia. Questo approccio non-spirituale assume due diverse forme
illusorie, create da due tipi di tentazioni. La prima tentazione è
quella del corpo, frutto di un approccio fisico esterno. La seconda
tentazione è quella della mente, frutto di un approccio razionalistico
intellettuale. Dal momento che entrambi i tipi di tentazione sono
superficiali, non sono spirituali, e quindi non portano a un modo di
vita cristiano/ortodosso.
La prima tentazione
Vi è un corpo naturale, e vi è un corpo spirituale.
I Cor 15, 44
La prima tentazione di chi è nuovo alla
Chiesa ortodossa (perché questo è l'unico posto dove si può confessare
il cristianesimo/l'Ortodossia) è quello di confondere l'esterno con
l'interno. Per esempio, abbiamo a volte visto come chi è nuovo alla
Chiesa imita quello che ritiene un 'aspetto' ortodosso, una fantasia che
sembra essere ottenuta dai libri. Questo può significare uomini con
lunghe barbe e capelli lunghi (che disobbediscono così alle parole
dell'Apostolo in 1 Cor 11,14) e donne che indossano abiti ottocenteschi e
si mettono enormi veli sul capo. In tali casi, persone di entrambi i
sessi possono vestirsi di nero, sfoggiare grandi croci al collo e corde
da preghiera polsi, assumendo in un modo esagerato l'aspetto di monaci e
monache ortodossi (che non indossano croci). A volte, possono
trascorrere lunghe ore a parlare di strani cibi di digiuno e spendere
per questi grandi somme. A volte, desiderano pure cambiare nomi
cristiani ordinari in nomi di battesimo esotici.
In oltre trent'anni di vita ortodossa,
non ho mai incontrato nessun ortodosso 'ordinario' che si comporta o si
veste in questo modo. Dal momento che l'Ortodossia è semplicemente il
cristianesimo, certamente non comporta acconciature o modi di vestire
bizzarri. Né comporta che i non monaci facciano finta di essere monaci. E
certamente l'obiettivo dell'Ortodossia non è quello di mangiare cibi
strani. Lo scopo del digiuno non è di parlare dei cibi, tanto meno di
mangiarli, siano questi cibi di digiuno oppure no, ma di spendere meno
tempo a mangiare e parlare, e più tempo a pregare. E uno dei vantaggi
del digiuno è spendendo meno soldi per il cibo e donre il denaro
risparmiato per buone cause. Nella vita di tutti i giorni, 'normali'
ortodossi, che potrebbero essere stati battezzati 'Dimitri',
'Theophilos', 'Haralambos' o 'Vladimir', spesso modificano il loro nome
in 'Jim', Theo',' Harry 'o' Walter '. I nuovi arrivati, d'altra parte, a
volte fanno il contrario, cercando di cambiare nomi come 'Antonio',
'Michele', 'Pietro' e 'Giovanni' in 'Vladimir', 'Auxentios', 'Rostislav'
e 'Theologos'. Perché? Chi lo sa.
Io supplico tali nuovi arrivati alla
Chiesa ortodossa di passare attraverso questa fase il più rapidamente
possibile, se possibile prima di essere ricevuti nella Chiesa, e di
iniziare a vivere come gli altri ortodossi. Dovrebbero guardarsi
intorno. Se si prendono cura di visitare chiese ortodosse ordinarie, non
troveranno nessuno vestito in modo bizzarro. Non troveranno una sola
donna che indossa veli giganteschi, troveranno raramente un uomo con una
barba lunga (tranne che per il sacerdote, la cui barba può essere
tagliata corta, come forse i suoi capelli). Non vedranno una sola
persona che indossa corde da preghiera intorno ai polsi - per il
semplice motivo che queste altre persone in chiesa non sono monaci o
monache, ma laici sposati o singoli, che non hanno assunto obbedienze
della vita monastica all'interno di un monastero o di un convento. Per
quanto riguarda le croci, gli ortodossi non le indossano al di fuori dei
vestiti, non le mettono in mostra; le piccole croci metalliche sono
portate al collo dentro ai nostri vestiti, vicino al nostro cuore. E la
gente raramente discute argomenti noiosi legati al cibo (a meno che,
naturalmente, abbiano ristoranti di loro proprietà o in cui lavorano, e
anche questi tendono a cambiare rapidamente argomento - chi vuole
parlare di lavoro in un giorno di riposo?).
Una visione superficiale, fisica
dell'Ortodossia non solo è strana, ma può anche essere spiritualmente
pericolosa. Uno strano aspetto esteriore, che non è neppure
un'imitazione, non riesce a capire che l'Ortodossia è semplicemente il
cristianesimo, il modo di vivere cristiano. Si riduce la fede a uno
spettacolo esterno e impudico. E se non si riesce a capire questo, si
può, in determinate circostanze, degenerare, diventando pretenziosi, sia
nel senso di fingere di essere ciò che non si è, ma anche sviluppando
orgoglio. Questa presunzione può portare le persone a riferirsi a se
stesse come 'schiavi di Dio' (non siamo chiamati ad essere "schiavi" di
Dio ma servitori e figli di Dio). Può portare le persone a firmarsi
nelle lettere con le parole 'indegno' o 'peccatore' prima dei loro nomi.
Lasciate che lo facciano i monaci e le monache. Ma che il resto di noi
se ne astenga: sappiamo già che siamo tutti indegni e peccatori - non ci
facciamo illusioni su noi stessi. queste cose possono portare alla
maldicenza e al pettegolezzo di piccoli gruppi di serra, che si
riuniscono al fine di criticare gli altri.
Tale critica e aggressività verso gli
altri provengono dall'insicurezza. Non a caso, coloro che entrano nella
Chiesa ortodossa e pensano che l'Ortodossia sia un'imitazione di
fantasia di presunti elementi esterni, che in realtà non esistono in
nessuna parrocchia ortodossa, non dureranno a lungo nella Chiesa,
proprio perché sono insicuri. Essi di solito trovano che la Chiesa 'non è
sufficiente' per loro, che sono sulla buona strada per cadere
completamente. Il complesso del convertito, il morbo del neofita, è in
realtà radicato nella superbia, nel desiderio di essere 'migliore' di
chiunque altro. La cosa curiosa è che quando queste persone si
allontanano dalla Chiesa, raramente incolpano se stesse, ma sempre 'la
Chiesa', che 'non è sufficiente' per loro.
Il miglior modo per evitare questa
tentazione è quello di iniziare a guardare gli altri ortodossi, persone
che sono state ortodosse per decenni e generazioni, e accettare
l'obbedienza. Ho conosciuto un giovane che si è presentato in una chiesa
ortodossa con i capelli lunghi e la barba lunga, vestito in abiti neri,
e ha chiesto al sacerdote se poteva diventare ortodosso. Quando il
sacerdote gli disse che la prima cosa che doveva fare era farsi un
taglio di capelli e di barba e vestirsi normalmente, il giovane si è
ribellato e se ne è andato. Il suo rifiuto di accettare una piccola dose
di umiltà e obbedienza significava che non era diventato ortodosso, e
in più di un senso. La malattia spirituale dei neofiti che imitano le
cose esterne è da superare il più rapidamente possibile. Dopo alcuni
mesi di frequentazione di una chiesa ortodossa, è il momento di
diventare ortodosso. E tempo di lasciare gli antipasto e di venire al
piatto principale, di entrare nell'arena, perché solo questo porterà al
nostro 'dolce' - la salvezza. Tuttavia, vi è ancora un altro tipo di
tentazione da superare prima di poter passare al piatto principale.
La seconda tentazione
la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere.
I Cor 8,1-2
Per i nuovi arrivati nella Chiesa che
sono di matrice più intellettuale, vi è un altra, e forse ancora più
grande, tentazione. E' quella di trasformare l'Ortodossia/il
cristianesimo in un mero insieme di idee, di studi, un culto libresco.
In realtà, l'Ortodossia/il cristianesimo non è un'idea, è un modo di
vivere, è la fede vissuta. Guardate gli altri ortodossi; non leggono
necessariamente montagne di libri e tuttavia hanno una fede più forte di
quella di molti professori universitari. Conosco ortodossi anziani che
non hanno mai letto la Bibbia in vita loro, eppure quando parlano,
parlano la Bibbia. Come è possibile? E' semplicemente perché tutte le
loro vite sono passate in chiesa, sono stati immersi in uno stile di
vita impregnato delle Scritture viventi. Essi non leggono la Bibbia,
perché, cosa molto più importante, la vivono.
La mentalità intellettuale spesso
degenera in mero razionalismo. Quello che ci serve, dicono, è una nuova
forma di Ortodossia, una versione migliore, riformata. In altre parole,
come la gente del mondo, vogliono inventare la propria religione,
riducendo l'Ortodossia/il cristianesimo alle dimensioni della loro
ragione. Vogliono ridurre l'eterna e infinita realtà spirituale alle
dimensioni pulite e minuscole delle loro limitate menti create,
piuttosto che accettare umilmente una goccia della grandezza infinita
della grazia di Dio, ben oltre la ragione umana e il condizionamento
sociale. Questo spirito di razionalismo non viene dalla Chiesa; se lo
portano con loro dal di fuori, come tante valigie delle vacanze, piene
di vestiti non necessari.
Poi, iniziano le pretese. Prima di tutto,
ci sono quelli che esigono che le preghiere segrete e il canone
eucaristico siano dette ad alta voce durante la Divina Liturgia. A
quanto pare, la salvezza è possibile per loro solo se si fa così,
perché, come si dice, 'tutti devono capire'. Ma non siamo venuti in
chiesa per capire ciò che comunque non può essere compreso, siamo venuti
a pregare, a purificare i nostri cuori. Solo quando i nostri cuori
saranno purificati la nostra mente comincierà a essere illuminata e così
a capire. L'illuminazione spirituale, la vera educazione, inizia nel
cuore e poi si diffonde nella mente, e non il contrario. La mente
infatti è solo uno strumento, mentre senza cuore soffriamo la morte sia
fisica che spirituale.
Tuttavia, questo non è accettabile per
coloro che pensano che la mente umana fiera e peccatrice possa capire
tutto. La loro prossima pretesa potrebbe essere la rimozione
dell'iconostasi dalla loro chiesa locale. Naturalmente, non hanno il
concetto del sacro, o dei sacrifici che le generazioni precedenti hanno
fatto per erigere l'iconostasi nella loro chiesa. Poi, naturalmente, il
calendario deve essere cambiato, in modo che 'possiamo essere come tutti
gli altri'. Sconosciute sono le Scritture, le quali dicono che non
siamo come tutti gli altri, che noi cristiani siamo una razza a parte:
Ma voi siete stirpe eletta, regale sacerdozio, nazione santa, popolo
particolare (I Pietro 2,9).
E dopo? Beh, certo, dobbiamo sbarazzarci
di tutte queste strane e irrazionali abitudini 'anti-femministe', che le
donne si coprano il capo con modestia in chiesa (in obbedienza alle
parole dell'Apostolo in 1 Cor 11,5), che le donne non ricevano la
comunione durante le mestruazioni, che le madri non vadano in chiesa per
quaranta giorni dopo il parto (in quanto sia le mestruazioni che il
parto sono conseguenze involontarie della Caduta). Una volta che hanno
eliminato tutte le precedenti 'abitudini', poi, naturalmente, perché non
fare diaconi e preti donne 'come tutti gli altri'? E a proposito di
tutti gli altri, dobbiamo seguire 'ecumenismo' e intercomunione. Anzi,
perché non distruggere completamente la Chiesa e ricominciare tutto da
capo? Che peccato che lo Spirito Santo si sia sbagliato per tutti questi
2000 anni, quando solo loro avevano ragione. Chiaramente, sono il dono
di Dio all'umanità.
Questa è la logica del razionalista.
Questo è l'ostacolo a raggiungere il piatto di portata principale del
pasto, a raggiungere ciò che è al di sopra della ragione, il
sovra-razionale. Tale razionalismo è frutto di orgoglio e di
auto-adulazione. L'orgoglio può essere visto nel desiderio del
razionalista di evitare confessione (uno dei tratti distintivi
dell'approccio razionalista) e poi di fare la comunione a ogni singola
Liturgia. Tuttavia, rifiutare la confessione, nelle parole
dell'evangelista Giovanni il Teologo, è auto-inganno, perché non c'è
uomo senza peccato e tutti abbiamo bisogno di confessione (I Giovanni
1,8-10). E la comunione senza confessione porterà solo alla malattia
descritta dall'apostolo Paolo in 1 Cor 11,29. L'approccio razionalista,
anti-mistico alla vita della Chiesa è infatti la più veloce via
d'uscita dalla Chiesa, perché nega l'essenza della Chiesa, che è il
mistero. Purtroppo, ci sono persone che hanno preso questa via d'uscita.
Postfazione
Il fine di questo richiamo è la
carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una
fede sincera. Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a
fatue verbosità.
I Timoteo 1, 5-6
Diversi anni fa mi ricordo di aver
sentito un aneddoto su un'anziana donna russa che commentava il
comportamento di un giovane zelante convertito: 'Lui è certamente
ortodosso', diceva, 'ma è cristiano?' Voleva dire che questi osservava
tutti gli aspetti esterni, infatti li osservava a esclusione di tutto il
resto, e, di conseguenza, non osservava nessuna delle parti interne.
Nelle parole di un proverbio, 'non riusciva a vedere il bosco a causa
degli alberi'. Nelle parole dell'Apostolo, soffriva di 'zelo senza
conoscenza'. Esteriormente era ortodosso, ma dentro tendeva ad
assomigliare a un lupo rapace. In ogni caso, non viveva uno stile di
vita cristiano/ortodosso. Il suo zelo era senza esperienza.
Si deve concludere che coloro che sono
nuovi nella Chiesa hanno bisogno prima di tutto di di seguire l'esempio
degli altri intorno a loro, che non hanno mai conosciuto altro che
l'Ortodossia/il cristianesimo. Da qui il pericolo di parrocchie in cui,
purtroppo, ci sono solo nuovi arrivati nella Chiesa. Possono diventare
ghetti malsani. Purtroppo, ho conosciuto persone che non sono mai
cresciute oltre il loro periodo di neofiti e sono rimasti per tutta la
vita 'convertiti', descrivendo anche se stessi come tali (perché questo è
ciò che sentono di essere). Questo è perché non sono mai passati dagli
antipasti al piatto principale, non sono mai stati nell'arena. Come
arriveranno mai al 'dolce'?
La nostra sintesi di 'Verso la vera Ortodossia' è di sette parole: siate umili, siate semplici e siate modesti. Questo non è forse il messaggio dei Vangeli? Perché complicare la vita cristiana/ortodossa? Siate umili, siate semplici e siate modesti. Questo è tutto quel che c'è da fare.
Arciprete Andrew Phillips
Testo tradoto in lingua italiana postato nel sito della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca san Massimo di Torino
Testo tradoto in lingua italiana postato nel sito della parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca san Massimo di Torino
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