lunedì 28 ottobre 2013

Breve esposto critico della dottrina cattolica romana sulla concezione immacolata della santa Vergine


di san Justin Popovic


I cattolici romani hanno alterato e corrotto questa verità sulla santissima Madre di Dio rivelata da Dio alla Chiesa una, santa, cattolica apostolica, inventando di sana pianta il loro dogma sulla concezione immacolata della santa Vergine Maria. Prima di tutto questo dogma è un’invenzione teologica apparsa nel secolo IX in Spagna negli scritti di Paschasio Radberto, scrittore allora celebre e influente. Egli scriveva: “Dato che la Vergine Maria è tanto solennemente glorificata, si desume chiaramente dall’autorità della Chiesa che quando nacque lei non era sottomessa ad alcun peccato (nullis, quando nata est, subjacuit delictis), e, essendo santificata nel seno di sua madre, non aveva contratto il peccato originale (neque contraxit in utero santificata originale peccatum) […]. Ora visto che lei è glorificata dall’autorità della Chiesa, appare chiaramente che ella fu preservata da ogni peccato originale (consta team ab omni originali peccato immunem fuisse)”[1].
Sostenitori e avversari di questa fantasia teologica di Pascasio Radberto si sono talmente moltiplicati, che nel secolo XII è scoppiata una grande controversia. I francescani si confermarono come partigiani decisi di questa dottrina, ma Bernardo di Clairvaux, Alessandro di Hales, Bonaventura, Alberto il Grande, Tommaso d’Aquino e i domenicani ne furono gli avversari. Nel corso del tempo il numero dei partigiani si accrebbe senza sosta, mentre quello degli avversari si riduceva.
Così vediamo che il papa Alessandro VII dichiara nel 1661, nella sua Bolla Sollicitudo omnium Ecclesiarum, che la santa Vergine Maria “è stata immune dalla macchia del peccato originale (a macula peccati originalis preservatam immunem)”.
Quando Pio IX divenne papa, i domenicani furono obbligati ad accettare la dottrina della concezione immacolata della santa Vergine. Il celebre dogmatico cattolico-romano Giovanni Perone († 1876) giunse alla conclusione che si doveva proclamare questa dottrina come dogma. Ed è ciò che fece Pio IX nella sua bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854. La definizione dogmatica dichiara: “Confermiamo che la dottrina che insegna che la beata Vergine Maria, dal primo istante della sua concezione (in primo istanti conceptionis Dei gratia et privilegio), per i meriti di Gesù Cristo, il Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni traccia di colpa originale (ab omni originalis culpae labe preservatam immunem), è rivelata da Dio (esse a Dio revelatam) e che quindi i fedeli debbono credervi con fermezza e costanza”.
Se si esamina questo dogma cattolico alla luce dell’insegnamento divino rivelato dalla santa Scrittura e dalla santa Rivelazione sulla santa Vergine e Madre di Dio, appare immediatamente contraddetto dall’insegnamento della santa Chiesa apostolica universale. L’apostolo Paolo rileva espressamente che nessun uomo è risparmiato dal peccato ancestrale. Tutti sono sotto il peccato afferma, tutti peccatori. Come il peccato dei progenitori si trasmette per via della concezione e della generazione naturale, solo il Signore Gesù ne è esente, perché è stato concepito al di sopra della natura, dalla santa Vergine Maria e dallo Spirito Santo.
Fedele alla dottrina divinamente rivelata sulla trasmissione generale del peccato dei progenitori, la Chiesa Ortodossa Apostolica condanna e respinge la dottrina cattolica-romana sulla concezione immacolata della vergine Maria, e confessa che è stata concepita e messa al mondo per via naturale da san Gioacchino e sant’Anna, vale a dire che la sua concezione è stata bene sottomessa al peccato dei parenti. La santa Tradizione non chiama mai la santa vergine Maria ‘figlia primogenita di Dio’, non la separa mai dalla razza umana per la sua natura, per la concezione o la sua messa al mondo. Avendo messo al mondo il Salvatore del mondo, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, la santa Vergine è diventata più gloriosa non solo di tutti gli uomini, ma più venerabile di tutti i serafini, e più beata dei cherubini.
Ciò non significa però che sia stata completamente estranea al peccato, e immacolata dalla sua concezione nel seno della sua madre, sant’Anna. [...]
In verità dalla più remota antichità la Chiesa Ortodossa, nei suoi libri di preghiere, chiama la santa Madre di Dio: tutta-santa, tutta-pura, beatissima, tutta-gloriosa, tutta-immacolata, attribuendole così in modo superlativo tutto quello che è per eccellenza puro santo e buono. Ma tutto questo la Chiesa Ortodossa non lo deduce da una assenza del peccato degli avi nella santa Vergine, ma dall’assenza d’ogni peccato personale. [...]
Avendo trascorso la sua infanzia nel tempio di Dio, la santa vergine, secondo l’insegnamento dei nostri Padri, ha dovuto lottare fino alla concezione del Salvatore per essere senza peccato personale. Ripiena dello Spirito Santo, come un ulivo che porta frutto, dice san Giovanni Damasceno della santa Vergine, lei divenne la fonte d’ogni virtù, allontanando il suo spirito da ogni desiderio del mondo e della carne, e conservando così la sua anima e il suo corpo nella verginità, come conviene a colei che doveva ricevere Dio nel suo grembo; infatti, poiché egli è santo riposa in luogo santo. Ė così che lei aspira alla santità e si rivela come il tempio santo e mirabile di Dio altissimo[2].
Parlando del Dio Verbo incarnato dalla santa Vergine, san Gregorio il Teologo scrive: “Avendo purificato in precedenza (la Vergine) la sua anima e il suo corpo tramite lo Spirito”[3]. […] Lo Spirito la purificò in precedenza[4]. […] Passando attraverso la purezza di Maria, Dio non solo non si è infangato nel suo grembo, ma egli l’ha purificata[5]. Sant’Efrem Siro scrive: “Cristo è stato messo al mondo da una natura che era sottomessa all’impurità e che aveva bisogno di essere purificata dalla presenza divina. Come la luce penetra tutto, così Dio ha fatto. Come la luce illumina ciò che era nascosto, così Dio (ha illuminato) ciò che era nascosto nella natura. Egli ha anche purificato la Vergine, poi nacque, per mostrare che laddove è Dio, la purezza si manifesta nella propria potenza. Egli ha purificato la Vergine la quale era stata preparata prima dalla Spirito Santo. Dopo di che questo seno purificato lo ha concepito. Egli ha purificato la Vergine che era già immacolata, ed è per questo che dopo averlo messo al mondo lei è rimasta vergine […]. Dimorando in Maria, il Dio Verbo l’ha resa estranea a tutto ciò che è impuro e carnale […]. E Maria è diventata per la grazia non donna ma vergine. Non dico che Maria sia diventata immortale, ma che i desideri peccaminosi non l’hanno toccata perché era illuminata dalla grazia”[6]. Le parole di sant’Atanasio il Grande: “Maria è nostra sorella perché discendiamo tutti da Adamo”[7], mostrano chiaramente che la santa Vergine non è stata esentata dal peccato ancestrale. “Io chiamo Maria ‘vergine tuttaimmacolata e tuttapura’” – dichiara il terzo della triade dei santi teologi – in paragone con noi uomini, i suoi servitori; ma in paragone con il suo Sposo e con il Padre, io la chiamo essere umano come tutti gli uomini, ma santa e più santa di tutti gli uomini, immacolata e la più pura che sia mai esistita in tutte le generazioni”[8].
Riconoscendo la santa Vergine come il suo cuore, la Chiesa Ortodossa, nella sua ispirazione divina, interpreta il rapporto tra la santa Madre di Dio e il peccato. All’annuncio del santo arcangelo Gabriele che lei stava per mettere al mondo Dio, la santa Vergine risponde “la discesa dello Spirito Santo ha purificato la mia anima, santificato il mio cuore e fatto di me un tempio, il ricettacolo di Dio, la tenda divinamente ornata, il santuario spirituale e la pura madre della vita”[9]. E poco dopo la santissima Vergine aggiunge “Io sono stata purificata in anima e corpo, mi sia fatto secondo la tua parola, Dio faccia la sua dimora in me!”[10]. Purificata dallo Spirito è diventata la Madre dell’Onnipotente che l’aveva creata[11] […]. Il Dio più che divino, il Verbo che è dal Padre e con lo Spirito Santo, che adoriamo nella Trinità, avendo preso carne da una vergine pura, santifica il suo seno purissimo[12].
Ė quindi evidente, secondo l’insegnamento divinamente ispirato dei nostri santi Padri, che il carattere immacolato e senza peccato della santa Vergine e Madre di Dio, scaturisce non da una esenzione dal peccato ancestrale nella sua natura umana, ma dal suo rapporto personale con la sozzura e il peccato, dalla sua lotta e dalla sua vittoria sulla sozzura e sul peccato.
Giustino Popovic (1894-1979), Dogmatique de l’Église orthodoxe, tomo 2, 222-244; tr G. Gharib. In: G. Gharib e E. Toniolo (ed), Testi mariani del secondo Millennio. 1. Autori orientali, Roma 2008, 769-773.

 

[1] Paschasio Radberto, De l’enfantement de la Vierge I (PL 120, 1371 C, 1372 A).
[2] Giovanni Damasceno, La fede ortodossa IV, 14 (PG 94, 1160 A).
[3] Gregorio di Nazianzo, Omelia 45, 9 (PG 36, 633 D); cf. Omelia 38, 13 (325 B).
[4] Id., Poemi dogmatici. Delle alleanze e dell’avvento di Cristo (PG 37, 462 A).
[5] Id., Poemi rivolti ad altri, a Nemesius, (PG 37, 1569 A).
[6] Efrem Siro, Discorsi agli eretici.
[7] Atanasio il Grande, Lettera ad Epictete 7 (PG 26, 1061 B).
[8] Simeone il Nuovo Teologo, Disc. 45.
[9] Festa dell’Annunciazione della Santissima Madre di Dio, 25 marzo, Canone, Ode VII.
[10] Ibid. Ode VIII.
[11] Ottoeco, Tono IV, Domenica mattina, Canone della Madre di Dio, Ode VII: “Madre del re universale, purificata dallo Spirito, Vergine tu hai messo al mondo il tuo Creatore”.
[12] Il Venerdì delle Palme, ai Grandi Vespri, Canone, Ode V, Theotokion: “Il Verbo venuto dal Padre, il divinissimo che si adora nella Trinità, assumendo carne dal tuo grembo purissimo, l’ha santificata, o Vergine casta”.


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