di san Justin Popovic
I cattolici romani
hanno alterato e corrotto questa verità sulla santissima Madre di Dio
rivelata da Dio alla Chiesa una, santa, cattolica apostolica, inventando
di sana pianta il loro dogma sulla concezione immacolata della santa
Vergine Maria. Prima di tutto questo dogma è un’invenzione teologica
apparsa nel secolo IX in Spagna negli scritti di Paschasio Radberto,
scrittore allora celebre e influente. Egli scriveva: “Dato che la
Vergine Maria è tanto solennemente glorificata, si desume chiaramente
dall’autorità della Chiesa che quando nacque lei non era sottomessa ad
alcun peccato (nullis, quando nata est, subjacuit delictis), e,
essendo santificata nel seno di sua madre, non aveva contratto il
peccato originale (neque contraxit in utero santificata originale
peccatum) […]. Ora visto che lei è glorificata dall’autorità della
Chiesa, appare chiaramente che ella fu preservata da ogni peccato
originale (consta team ab omni originali peccato immunem fuisse)”[1].
Sostenitori e
avversari di questa fantasia teologica di Pascasio Radberto si sono
talmente moltiplicati, che nel secolo XII è scoppiata una grande
controversia. I francescani si confermarono come partigiani decisi di
questa dottrina, ma Bernardo di Clairvaux, Alessandro di Hales,
Bonaventura, Alberto il Grande, Tommaso d’Aquino e i domenicani ne
furono gli avversari. Nel corso del tempo il numero dei partigiani si
accrebbe senza sosta, mentre quello degli avversari si riduceva.
Così vediamo che il
papa Alessandro VII dichiara nel 1661, nella sua Bolla Sollicitudo
omnium Ecclesiarum, che la santa Vergine Maria “è stata immune dalla
macchia del peccato originale (a macula peccati originalis
preservatam immunem)”.
Quando Pio IX
divenne papa, i domenicani furono obbligati ad accettare la dottrina
della concezione immacolata della santa Vergine. Il celebre dogmatico
cattolico-romano Giovanni Perone († 1876) giunse alla conclusione che si
doveva proclamare questa dottrina come dogma. Ed è ciò che fece Pio IX
nella sua bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854. La
definizione dogmatica dichiara: “Confermiamo che la dottrina che insegna
che la beata Vergine Maria, dal primo istante della sua concezione (in
primo istanti conceptionis Dei gratia et privilegio), per i meriti
di Gesù Cristo, il Salvatore del genere umano, fu preservata immune da
ogni traccia di colpa originale (ab omni originalis culpae labe
preservatam immunem), è rivelata da Dio (esse a Dio revelatam)
e che quindi i fedeli debbono credervi con fermezza e costanza”.
Se si esamina
questo dogma cattolico alla luce dell’insegnamento divino rivelato dalla
santa Scrittura e dalla santa Rivelazione sulla santa Vergine e Madre di
Dio, appare immediatamente contraddetto dall’insegnamento della santa
Chiesa apostolica universale. L’apostolo Paolo rileva espressamente che
nessun uomo è risparmiato dal peccato ancestrale. Tutti sono sotto il
peccato afferma, tutti peccatori. Come il peccato dei
progenitori si trasmette per via della concezione e della generazione
naturale, solo il Signore Gesù ne è esente, perché è stato concepito al
di sopra della natura, dalla santa Vergine Maria e dallo Spirito Santo.
Fedele alla
dottrina divinamente rivelata sulla trasmissione generale del peccato
dei progenitori, la Chiesa Ortodossa Apostolica condanna e respinge la
dottrina cattolica-romana sulla concezione immacolata della vergine
Maria, e confessa che è stata concepita e messa al mondo per via
naturale da san Gioacchino e sant’Anna, vale a dire che la sua
concezione è stata bene sottomessa al peccato dei parenti. La santa
Tradizione non chiama mai la santa vergine Maria ‘figlia primogenita di
Dio’, non la separa mai dalla razza umana per la sua natura, per la
concezione o la sua messa al mondo. Avendo messo al mondo il Salvatore
del mondo, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, la santa Vergine è
diventata più gloriosa non solo di tutti gli uomini, ma più venerabile
di tutti i serafini, e più beata dei cherubini.
Ciò non significa
però che sia stata completamente estranea al peccato, e immacolata dalla
sua concezione nel seno della sua madre, sant’Anna. [...]
In verità dalla più
remota antichità la Chiesa Ortodossa, nei suoi libri di preghiere,
chiama la santa Madre di Dio: tutta-santa, tutta-pura, beatissima,
tutta-gloriosa, tutta-immacolata, attribuendole così in modo superlativo
tutto quello che è per eccellenza puro santo e buono. Ma tutto questo la
Chiesa Ortodossa non lo deduce da una assenza del peccato degli avi
nella santa Vergine, ma dall’assenza d’ogni peccato personale. [...]
Avendo trascorso la
sua infanzia nel tempio di Dio, la santa vergine, secondo l’insegnamento
dei nostri Padri, ha dovuto lottare fino alla concezione del Salvatore
per essere senza peccato personale. Ripiena dello Spirito Santo, come un
ulivo che porta frutto, dice san Giovanni Damasceno della santa Vergine,
lei divenne la fonte d’ogni virtù, allontanando il suo spirito da ogni
desiderio del mondo e della carne, e conservando così la sua anima e il
suo corpo nella verginità, come conviene a colei che doveva ricevere Dio
nel suo grembo; infatti, poiché egli è santo riposa in luogo santo. Ė
così che lei aspira alla santità e si rivela come il tempio santo e
mirabile di Dio altissimo[2].
Parlando del Dio
Verbo incarnato dalla santa Vergine, san Gregorio il Teologo scrive:
“Avendo purificato in precedenza (la Vergine) la sua anima e il suo
corpo tramite lo Spirito”[3].
[…] Lo Spirito la purificò in precedenza[4].
[…] Passando attraverso la purezza di Maria, Dio non solo non si è
infangato nel suo grembo, ma egli l’ha purificata[5].
Sant’Efrem Siro scrive: “Cristo è stato messo al mondo da una natura che
era sottomessa all’impurità e che aveva bisogno di essere purificata
dalla presenza divina. Come la luce penetra tutto, così Dio ha fatto.
Come la luce illumina ciò che era nascosto, così Dio (ha illuminato) ciò
che era nascosto nella natura. Egli ha anche purificato la Vergine, poi
nacque, per mostrare che laddove è Dio, la purezza si manifesta nella
propria potenza. Egli ha purificato la Vergine la quale era stata
preparata prima dalla Spirito Santo. Dopo di che questo seno purificato
lo ha concepito. Egli ha purificato la Vergine che era già immacolata,
ed è per questo che dopo averlo messo al mondo lei è rimasta vergine
[…]. Dimorando in Maria, il Dio Verbo l’ha resa estranea a tutto ciò che
è impuro e carnale […]. E Maria è diventata per la grazia non donna ma
vergine. Non dico che Maria sia diventata immortale, ma che i desideri
peccaminosi non l’hanno toccata perché era illuminata dalla grazia”[6].
Le parole di sant’Atanasio il Grande: “Maria è nostra sorella perché
discendiamo tutti da Adamo”[7],
mostrano chiaramente che la santa Vergine non è stata esentata dal
peccato ancestrale. “Io chiamo Maria ‘vergine tuttaimmacolata e
tuttapura’” – dichiara il terzo della triade dei santi teologi – in
paragone con noi uomini, i suoi servitori; ma in paragone con il suo
Sposo e con il Padre, io la chiamo essere umano come tutti gli uomini,
ma santa e più santa di tutti gli uomini, immacolata e la più pura che
sia mai esistita in tutte le generazioni”[8].
Riconoscendo la
santa Vergine come il suo cuore, la Chiesa Ortodossa, nella sua
ispirazione divina, interpreta il rapporto tra la santa Madre di Dio e
il peccato. All’annuncio del santo arcangelo Gabriele che lei stava per
mettere al mondo Dio, la santa Vergine risponde “la discesa dello
Spirito Santo ha purificato la mia anima, santificato il mio cuore e
fatto di me un tempio, il ricettacolo di Dio, la tenda divinamente
ornata, il santuario spirituale e la pura madre della vita”[9].
E poco dopo la santissima Vergine aggiunge “Io sono stata purificata in
anima e corpo, mi sia fatto secondo la tua parola, Dio faccia la sua
dimora in me!”[10].
Purificata dallo Spirito è diventata la Madre dell’Onnipotente che
l’aveva creata[11]
[…]. Il Dio più che divino, il Verbo che è dal Padre e con lo Spirito
Santo, che adoriamo nella Trinità, avendo preso carne da una vergine
pura, santifica il suo seno purissimo[12].
Ė quindi evidente,
secondo l’insegnamento divinamente ispirato dei nostri santi Padri, che
il carattere immacolato e senza peccato della santa Vergine e Madre di
Dio, scaturisce non da una esenzione dal peccato ancestrale nella sua
natura umana, ma dal suo rapporto personale con la sozzura e il peccato,
dalla sua lotta e dalla sua vittoria sulla sozzura e sul peccato.
Giustino
Popovic (1894-1979), Dogmatique de l’Église orthodoxe, tomo 2,
222-244; tr G. Gharib. In: G. Gharib e E. Toniolo (ed), Testi mariani
del secondo Millennio. 1. Autori orientali, Roma 2008, 769-773.
[1]
Paschasio Radberto,
De l’enfantement de la Vierge I (PL 120, 1371 C, 1372 A).
[2]
Giovanni Damasceno,
La fede ortodossa IV, 14 (PG 94, 1160 A).
[3]
Gregorio di Nazianzo,
Omelia 45, 9 (PG 36, 633 D); cf. Omelia 38, 13
(325 B).
[4]
Id., Poemi
dogmatici. Delle alleanze e dell’avvento di Cristo (PG 37,
462 A).
[5]
Id., Poemi
rivolti ad altri, a Nemesius, (PG 37, 1569 A).
[6]
Efrem Siro,
Discorsi agli eretici.
[7]
Atanasio il Grande,
Lettera ad Epictete 7 (PG 26, 1061 B).
[8]
Simeone il Nuovo Teologo,
Disc. 45.
[9]
Festa dell’Annunciazione della Santissima Madre di Dio, 25
marzo, Canone, Ode VII.
[10]
Ibid. Ode VIII.
[11]
Ottoeco, Tono IV, Domenica mattina, Canone della Madre di
Dio, Ode VII: “Madre del re universale, purificata dallo
Spirito, Vergine tu hai messo al mondo il tuo Creatore”.
[12]
Il Venerdì delle Palme, ai Grandi Vespri, Canone, Ode V,
Theotokion: “Il Verbo venuto dal Padre, il divinissimo che si
adora nella Trinità, assumendo carne dal tuo grembo purissimo,
l’ha santificata, o Vergine casta”.
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