sabato 9 novembre 2013

Riceviamo dal fratello nella Fede dott. Domenico Oliveri e come richiestoci pubblichiamo


Il mio intervento si è reso necessario al fine di tutelare l'onorabilità e correttezza della mia persona, rispetto a considerazioni offensive e strumentali, dettate da dinamiche a me ignote. Tutti i giorni ringrazio Cristo per avermi dato l'opportunità di conoscere ed approfondire, nel cuore e nella mente, la fede dei nostri padri. Da sempre mi occupo di tematiche riguardanti la storia e le tradizioni locali della società in cui sono nato e vissuto. Nei limiti delle mie capacità personali ed intellettuali, ho cercato di promuovere il grande patrimonio storico, culturale ed artistico della mia comunità, attraverso pubblicazioni in giornali locali e regionali o l'organizzazione di manifestazioni pubbliche, senza mai trarne compensi e guadagni di natura monetaria. Negli ultimi tre anni ho redatto, insieme a mia moglie, il sito di fede, cultura, storia, spiritualità e teologia ortodossa www.calabriaortodossa.it. Il portale ha conseguito, grazie al lavoro profuso e senza ricevere finanziamenti o contributi, i seguenti risultati: più di 85.000 visite contenuti; contatti da più di 40 nazioni; indice di gradimento dei suoi lettori pari al 95,8%; il 73,95% dei contatti giornalieri sono nuovi visitatori; il portale è segnalato da www.cristianesimo-ortodosso.com. il sito e stato recensito da www.ortodossiatorino.net del Patriarcato di Mosca. Per molti anni ho partecipato attivamente alla vita della comunità ortodossa di Seminara, sia negli aspetti organizzativi ed amministrativi del monastero, che come lettore legittimamente ordinato e semplice fedele. Come umile servitore e nel rispetto della verità, offro la mia disponibilità a raccontare, se ce ne fosse la necessità e nelle sedi opportune, quello che ho visto, udito e fatto in quanto membro di quella chiesa. Oggi, con rammarico ma non con sorpresa, apprendo di essere accusato di millantato credito. Ogni individuo dotato di buon senso ed onestà, nel leggere l'intervista da me concessa al portale “www.imperobizantino.it”, dal titolo “La storia del Monastero ortodosso dei santi Elia e Filareto”, noterebbe il cappello d'apertura dell'articolo ed riferimenti precisi a quale giurisdizione appartiene il cenobio ed i suoi legittimi rappresentanti: “L’intervista al Dr. Oliveri, responsabile del sito www.calabriaortodossa.it ...”; “Il monastero, oggi femminile, è sotto la giurisdizione della Diocesi ortodossa d’Italia e Malta, del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ed è retto dell’egumena Stefania. Ogni domenica è possibile assistere alla Divina Liturgia celebrata dal sacerdote, padre Elia, nel Katholikon.” Potrei continuare e raccontare come è stato ben accolto il testo all'interno della comunità ortodossa ed eterodossa di Seminara, ma non voglio dilungarmi. Ho cercato di comprendere, senza riuscirci, l'insano ragionamento secondo cui l'”esclusività” di scrivere o parlare di storia, teologia etc., sia riservato ai rappresentanti istituzionali. E come dire che in Italia non è possibile scrivere di cultura, perché esiste un ministro competente ed istituzionalmente delegato a farlo. Quanto da me affermato basta a qualificare i commenti fatti come “impropri” ed in mala fede, frutto di un mal celato sentimento d'avversione nei confronti del lavoro altrui. La Chiesa fondata da Gesù Cristo ed a cui apparteniamo dal momento del battesimo, fa di noi ortodossi membri legittimati ad esprimere opinioni, considerazioni, perplessità e dubbi all'interno della stessa, in uno spirito cristiano d'amore, edificazione e riconciliazione lungo la strada verso la salvezza. Tutti noi siamo chiamati a concorrere, nella differenza dei ruoli, alla stabilità e correttezza della “retta dottrina” e ad essere testimoni della fede in Cristo, custodi della Tradizione e memoria storica della vita parrocchiale delle nostre comunità. Inoltre, rivendico il diritto di manifestare liberamente il mio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo, e di scegliere gli argomenti che più mi soddisfano intellettualmente e moralmente al fine di appagare quel sentimento alla libera espressione, sancito solennemente nella Costituzione italiana, e tutelato come uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Infine, non volendomi arrogare il diritto di dispensare attestati di “qualificato” a questo o quel soggetto, lascio giudicare liberamente e consapevolmente i lettori sulla correttezza e bontà di quanto contenuto nei testi da me redatti. Un saluto in Cristo.

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