La civiltà materialista ha distorto l'interpretazione del digiuno
Mi ricordo della mia infanzia, con quanta
devozione si teneva allora il digiuno! Non si faceva alcuna eccezione
al digiuno, né per malattia, né per i più piccoli, tutti lo tenevamo con
severità. Si aspettava la Santa e Grande Quaresima come un grande
evento.
C'erano pentole conservate apposta per la
Quaresima. E con quanto rinnovamento spirituale giungevamo alla santa
Pasqua! "Si può non osservare il digiuno? Il Signore Cristo ha digiunato
quaranta giorni per i nostri peccati e noi non digiuniamo? È un grande
peccato rompere la regola del digiuno!" Così pensavano i cristiani
ortodossi di un tempo.
La nostra civiltà materialista e amante
dei piaceri ha distorto questa comprensione. Mi ricordo ancora di una
conversazione tra un rappresentante di questo spirito e un padre
spirituale, che insisteva sulla grandi necessità del digiuno per la vita
cristiana. "Venerabile padre, diceva il primo, il tempo è passato, le
cose ora sono cambiate! Un uomo, per essere produttivo sul posto di
lavoro, ha bisogno di molte calorie al giorno e di una dieta ricca di
vitamine". Calorie e vitamine regolano la nutrizione umana di oggi, e le
regole cristiane tradizionali sul digiuno sembrano non scientifiche e
superate.
In effetti, è un fatto ben noto che il
mondo di oggi e soprattutto quello di città, per una serie di ragioni,
tiene sempre di meno i digiuni ecclesiastici. (...) Forse che il digiuno
nel nostro tempo ha peso il suo valore spirituale e il suo potere di
rinnovare l'anima?
Se fai digiuno solo dal cibo, sei come i demoni
Dall'inizio osserviamo che questo tipo di
comprensione vede il digiuno in particolare sotto il suo aspetto
materiale, esterno: cambiamento della dieta, riduzione della quantità di
cibo. Ma questa comprensione del digiuno non è quella vera,
l’insegnamento della nostra Chiesa ce lo dice con tutta chiarezza. " Se
fai digiuno solo dal cibo, dice un inno del Triodio, e non lasci il
peccato, sei come i diavoli scaltri, che non mangiano". Oppure un altro:
"Facciamo un digiuno gradito al Signore. Il vero digiuno è
l'estraniazione dalla malvagità, la custodia della lingua, l’abbandono
della rabbia, l'allontanamento dalla lussuria, dalla calunnia, dalla
menzogna e dal falso giuramento. La loro mancanza è digiuno vero e ben
accolto".
E il grande Crisostomo dice: "Digiuno?
Mostramelo nei fatti. Come? Se vedi un povero, abbi misericordia di lui;
se vedi un nemico, riconciliati con lui; se vedi un amico con una buona
reputazione, non invidiarlo. Non solo la bocca e lo stomaco digiunino,
ma anche gli occhi e le orecchie, e piedi, le nostre mani rimangano pure
dall’avidità e dall’avarizia...".
Il diavolo non ha potere su chi digiuna
Collegare il digiuno solo al cambiamento e
alla diminuzione del cibo è una comprensione incompleta, unilaterale.
Il digiuno non è solo cambiamento di regime alimentare, ma qualcosa di
molto più complesso, un lavoro di profonda trasformazione e di
rinnovamento di tutta la vita spirituale e corporea del cristiano. Ci
insegna a questo proposito chi ha fatto del digiuno un caro amico per la
vita, i grandi digiunatori, i santi.
"Il digiuno", dice ant’Isacco il Siro, "è
la strada santa verso Dio, il fondamento di tutte le virtù. È la corona
dei continenti, la bellezza della verginità e della santità, la madre
della preghiera, il precursore di tutte le buone azioni...". (Discorso
85). (...) Il Salvatore stesso ci dice nel santo Vangelo che il digiuno è
l'arma invincibile contro i demoni (Mc 9, 29). E di nuovo il canto
ecclesiastico della Quaresima dice: "I diavoli non osano assalire colui
che digiuna e gli angeli sono più vicini a coloro che si purificano con
il digiuno" (Triodio).
Quale cristiano può fare a meno del digiuno?
Così, il digiuno si mostra come una
professione spirituale, che impiega tutto il nostro essere: la salute
del corpo, la santificazione spirituale e corporea, il perdono dei
peccati, la via verso il cielo, un’arma infallibile contro i demoni,
tutto questo e ben più di questo è mediato dal digiuno. Quale cristiano
può fare a meno del suo aiuto?
Cristo il Salvatore, che non aveva
bisogno di digiunare, tuttavia ha digiunato per insegnarci con l’esempio
quanto sia benefico il digiuno. Per questo, sant’Isacco il Siro
aggiunge: "Il digiuno è un'arma realizzata da Dio. E se lo stesso
legislatore ha digiunato, chi tra coloro che osservano la legge non
dovrebbe digiunare? E chi tra quelli che lo disprezzano non sarà
condannato? "
Poiché il digiuno è assolutamente
necessario per la vita cristiana, la Chiesa lo ha regolato nel corso
dell'intero anno, in periodi di un giorno o più, perché incontrandoci
più spesso con il digiuno, questo diventi per noi un buon amico sulla
strada verso la perfezione cristiana, e ha e fermamente ordinato che
tutti i cristiani lo mantengano, e quelli che lo disprezzano siano
rimossi dalla Chiesa. La severità della Chiesa Ortodossa è pienamente
giustificata, perché non è possibile la perfezione cristiana, la
salvezza dell'anima, senza l’aiuto del digiuno. Ecco alcuni esempi
edificanti.
La preghiera senza digiuno non porta crescita
La preghiera è l'ossigeno della vita
dell'anima. Come il corpo muore senza ossigeno, così l'anima non può
vivere senza la preghiera. I santi Padri chiamano la preghiera
"ascensione della mente verso Dio", "colloquio con Dio". Ma chi non sa
che l'uomo carico di cibo e bevande non ha una mente agile neppure per
le cose terrene, né tanto meno per l'ascensione verso Dio nella
preghiera. E viceversa, la mente di chi si solleva con la continenza e
il digiuno è agile e ascende facilmente sulle ali della preghiera. La
preghiera e il digiuno sono strettamente collegate tra loro e tutti i
venerabili e santi, che sono stati grandi uomini preghiera, lo sono
stati anche nel digiuno.
La penitenza, dicono i santi Padri, è la
più alta delle virtù, un mezzo di continuo perfezionamento del
cristiana, un’opera permanente dell'anima, che ci porta al di sopra del
mare della vita al cielo eterno. Ma è così collegata con il digiuno che
si fonde con esso. Il pentimento è inconcepibile senza il digiuno.
Possiamo dire lo stesso della
misericordia, dell’umiltà, della purificazione da tutte le passioni che
rendono l’uomo schiavo e di tutte le virtù, tutto si basa sul digiuno.
In verità, come dice sant’Isacco il Siro: "Il digiuno è il fondamento di
tutte le virtù".
Se è così, allora perché i cristiani di oggi non fanno più digiuno, o ne fanno così poco?
Padre Petroniu (Tănase), „Chemarea Sfintei Ortodoxii”
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