Seguiva l`argomento relativo alla vedova; ma siccome ne
abbiamo già parlato nel libro che abbiamo scritto sulle vedove (cf. Lc 21,1-4),
tralasciamo il commento di questo passo.
Quanto alle parole che dice ora, esse rispondevano a verità
per il tempio costruito da Salomone, e che per primo doveva essere distrutto
dal nemico all`epoca del giudizio: non c`è infatti opera umana che la vetustà
non corrompa, o che la violenza non distrugga, o che il fuoco non consumi. Ma
c`è anche un altro tempio, costruito di belle pietre e ornato di doni, di cui
il Signore sembra indicare la distruzione: la sinagoga dei Giudei, il cui
invecchiato edificio va in rovina al sorgere della Chiesa. E c`è anche un
tempio in ciascuno di noi, che crolla se viene a mancare la fede; soprattutto
quando si ostenta il nome di Cristo per impadronirsi dei sentimenti interiori.
Può darsi che questa interpretazione sia la piú utile per me.
Che mi gioverebbe, infatti, conoscere il giorno del giudizio? A che mi serve,
avendo io coscienza di tutti i miei peccati, che il Signore venga, se non viene
nella mia anima, se non torna nel mio spirito, se Cristo non vive in me e non
parla in me? E` a me che Cristo deve venire, è per me che deve realizzarsi il
suo avvento.
Orbene, il secondo avvento del Signore ha luogo alla fine del
mondo, allorché noi possiamo dire: "Per me il mondo è crocifisso, e io per
il mondo" (Gal 6,14).
Se la fine del mondo trova quest`uomo sul tetto della sua casa
(cf. Mt 24,17), e tale che la sua vita sia nei cieli (cf. Fil 3,20), allora
sarà distrutto il tempio corporale e visibile, la legge corporale, la pasqua corporale,
la pasqua visibile, gli azzimi corporali e visibili; e oso dire anche il Cristo
temporale, quale egli era per Paolo prima che l`Apostolo credesse (cf. Gal
6,14): Cristo infatti è eterno per colui che è morto al mondo; per costui il
tempio, la legge, la pasqua sono spirituali, poiché Cristo muore una sola volta
(cf. Rm 7,14); costui mangia gli azzimi (cf. 1Cor 5,8), non provenienti dai
frutti della terra, ma da quelli della giustizia.
Per lui si realizza la presenza della sapienza, la presenza
della virtù e della giustizia, la presenza della redenzione: infatti
"Cristo è morto una sola volta per i peccati" (1Pt 3,18) del popolo,
ma allo scopo di riscattare ogni giorno il popolo dai suoi peccati.
(Ambrogio, In Luc., 10, 6-8)
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