La Chiesa ortodossa serba e il popolo serbo celebrano il 28 giugno il Vidovdan, cioè San Vito, festa religiosa e nazionale, e 623 anni dalla strage dell’esercito serbo che nel 1389 nella Battaglia della Piana dei Merli difendeva le proprie terre e la cristianità dal potente Impero ottomano. Vidovdan è altrettanto una giornata di ricordo alle vittime di tutte le guerre.
Secondo le fonti storiche, nella prima fase della Battaglia della Piana dei Merli, il 28 giugno 1389, le forze serbe guidate dal principe Lazar Hrebeljanovic, respinsero il nemico, e il cavaliere serbo Milos Obilic riuscì ad uccidere il sultano Murad. Nonostante questo, il figlio del sultano, Bayezid I consolidò l’esercito turco. Nel contrattacco fu catturato e decapitato il principe Lazar. Dopo un violento e tragico scontro, l’esercito ottomano si ritirò dal campo di battaglia e abbandonò la Serbia. Le prime fonti riportano sulla vittoria serba, e quelle risalenti alla metà del Quattrocento parlano di una battaglia senza il vincitore o della sconfitta serba. La Battaglia della Piana dei Merli era importantissima per l’Europa perché riuscì a fermare provvisoriamente l’espansione ottomana sul Vecchio continente. Osservando le conseguenze per la Serbia a lungo termine, essa in realtà rappresenta una vittoria ottomana perché fu persa l’indipendenza serba nei successivi cinque secoli. Infatti, gli eredi del principe Lazar, spinti dagli attacchi degli ungari, dovettero firmare la tregua con Bayezid e riconoscere il suo potere supremo.
Nella storia nazionale dei serbi questa battaglia rappresenta una vera svolta dopo il periodo di ascesa sotto la dinastia dei Nemanjic, e nella memoria collettiva del popolo serbo simbolizza la libertà, la resistenza, la coltivazione del patriottismo, l’identità nazionale, la cavalleria, l’eroismo. Nel luogo della battaglia, a Gazimestan, da secoli cresce una specie endemica di fiore – peonia rossa kosovara, che, secondo una leggenda, fiorì dal sangue degli eroi kosovari.
Vidovdan, che si celebra secondo il nuovo calendario il 28 giugno, è noto nel popolo anche come la Giornata della luce, alla quale sono legate tante leggende. Secondo una di queste, la festa rappresenta il proseguimento della celebrazione del paganesimo slavo della divinità San Vito, che fa parte del culto della natura e della guerra, e per il quale si suppone fosse il supremo dio serbo. Il nome della festa Vidovdan è legato, dall’altra parte, alla venerazione del santo della prima cristianità – San Vito (lat. Sanctus Vitus).
Vidovdan secondo i nostri storici, è una data importante nella coscienza collettiva del popolo serbo e una delle fondamenta dell’identità collettiva. Esso ricevette particolarmente l’importanza nel periodo della creazione dello stato serbo, e fu definito una festa statale nel 1889 al 500° anniversario della Battaglia della Piana dei Merli.
Ljiljana Sindjelic Nikolic.
La battaglia
della Piana dei Merli (in serbo Бој на Косову - Boj
na Kosovu o Косовска битка - Kosovska
bitka, essendo entrambe le locuzioni traducibili come
"Battaglia di Cossovo"), venne combattuta il 15 giugno 1389 (il giorno
di San Vito) dall'esercito serbo contro l'esercito ottomano, nella "Piana dei
Merli", (odierna Kosovo Polje a nord di Priština, capoluogo del Cossovo[1]).
L'esercito cristiano, composto da una coalizione
tra la Serbia Moravica e il Regno
di Bosnia, era comandato dal Knez (principe e condottiero) serbo Lazar Hrebeljanović.
Le truppe della coalizione serbo-bosniaca contavano circa 25.000 uomini ben
armati, suddivisi in tre armate. Erano comandati dal genero di Lazar, Vuk
Branković, sull'ala sinistra, dal principe Lazar al centro e dal duca bosniaco
Vlatko Vuković sull'ala destra.
L'esercito ottomano
era guidato dal sultano Murad
I e dal comandante
militare Evrenos Bey e contava circa 50.000 uomini. La
battaglia iniziò con l'avanzata della cavalleria serba, che distrusse completamente
l'ala sinistra ottomana. Le truppe comandate da Branković riuscirono inoltre ad
annientare completamente anche l'ala destra degli avversari, ma gli Ottomani furono infine raggiunti da cospicui
rinforzi e poterono così sconfiggere i Serbi, stanchi e inferiori
numericamente.
Pressoché tutta la nobiltà serba si fece uccidere sul posto
insieme al Knez Lazar. Vuk Branković si ritirò e
continuò la resistenza contro gli Ottomani, finché fu
catturato da questi ultimi, morendo infine in prigionia.
Il nobile serbo Miloš Obilić riuscì poco dopo ad uccidere il
sultano Murad con un inganno. Dopo la morte di Murad, il figlio Bayezid Icontinuò l'espansione ottomana
verso i Balcani e l'Europa sud-orientale. Tuttavia il Regno di
Serbia riuscì a sopravvivere per un altro secolo prima di cadere
definitivamente sotto il dominio turco.
Entrambi gli eserciti
ebbero delle gravi perdite, ma per la Serbia l'esito fu catastrofico: vennero
infatti uccisi più di 150 cavalieri serbi e il Paese vide sparire gran
parte della sua élite politica e militare. Il nuovo sultano Bayezid I prese
come moglie la figlia di Lazar, la principessa Olivera Despina. I Serbi vennero
costretti a pagare tributi ai Turchi ed a compiere servizi militari presso
l'esercito ottomano, come nel caso della battaglia di
Angora. In seguito, dopo altre due battaglie minori e l'assedio di Semendria,
gli ottomani annetterono il resto del Regno di Serbia, completandone la
conquista nel 1459.
La fine dell'indipendenza serba fu l'evento che diede la possibilità
all'esercito ottomano di arrivare fino alle porte diVienna.
La battaglia della
Piana dei Merli è considerata dai Serbi uno degli eventi più importanti della
loro storia, fonte di gran parte del loro sentimento nazionale. La battaglia e
la sorte dei cavalieri cristiani divennero il soggetto di molta poesia epica medievale serba, parte della quale
composta presso la corte della vedova di Lazar, Milica. Il principe Lazar venne
canonizzato dalla Chiesa
ortodossa serba.
TRATTO DA WIKIPEDIA
Stefan Lazar Hrebeljanović
Stefan Lazar, (Стефан Лазар), principe
Lazar Hrebeljanović (in lingua serba Кнез Лазар Хребељановић) o Knez Lazar,
anche Zar
Lazar(1329 – 28 giugno 1389), è stato un
nobile proveniente dalla Serbia che morì nella Battaglia della
Piana dei Merli, una figura eroica per la Serbia, nonché santo per
la Chiesa ortodossa.
Nato nel
villaggio di Prilepac (nei pressi di Novo Brdo), suo padre, Pribac Hrebeljanovic, era
cancelliere imperiale alla corte del sovrano serboStefano Uroš IV Dušan. Per questo motivo
ricevette una adeguata educazione a corte, e intorno al 1353 sposò la principessa di
casa NemanjićMilica[1].
Chiesa ortodossa serba Српска православна црква | |
Fondatore: | San Sava di Serbia |
Indipendenza: | 1219 (perduta in 1523 e riacquistata nel 1920) |
Patriarca: | Irinej di Serbia |
Sede: | Belgrado, Serbia |
Territorio: | Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia |
Lingua: | Slavo ecclesiastico e Serbo |
Popolazione: | 9.000.000 |
Sito web: | http://www.spc.rs/ |
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