AI VESPRI
La croce esaltata invita tutta la creazione a cantar inni alla passione immacolata di Colui che su di essa fu innalzato: sulla croce Egli mise a morte chi ci aveva dato la morte, risuscitò i morti e, purificatili, li rese degni, nella sua misericordia ed infinita bontà, di vivere nei cieli; rallegriamoci quindi, esaltiamo il suo nome e magnifichiamo la sua estrema condiscendenza. (2 volte)
Mosè ti ha prefigurato stendendo le braccia verso l’alto e mettendo in fuga il tiranno Amalek, o croce veneranda, vanto dei fedeli, sostegno dei martiri, ornamento degli apostoli, difesa dei giusti, salvezza di tutti i santi. Per questo alla vista della tua esaltazione, il creato si rallegra e tripudia glorificando Cristo la cui estrema bontà ha riunito per te ciò che era diviso. (2 volte)
Croce gloriosissima, circondata dai cori gioiosi degli angeli ed oggi esaltata, tu sollevi per divina disposizione tutti coloro che il frutto rubato aveva dispersi e sottomessi alla morte; per questo, pieni di fede, baciandoti col cuore e con le labbra, attingiamo la santificazione, esclamando: Esaltate Cristo, il Dio più che buono, e prosternatevi dinanzi al suo sgabello divino. (2 volte)
Venite, popoli tutti, adoriamo il legno benedetto, per il quale è venuta l’eterna giustizia. Colui che aveva ingannato il protoparente Adamo col legno, dal legno viene deriso; precipita in una terribile caduta chi tirannicamente si era impadronito di una creatura di dignità regale.
Col sangue divino è neutralizzato il veleno del serpente e la maledizione di una giusta condanna è annullata con l’ingiusta condanna del Giusto. Conveniva che il legno fosse risanato dal legno e che la passione dell’Impassibile sul legno guarisse le passioni del condannato. Ma, o Cristo Re, gloria alla tua mirabile economia per noi, con la quale hai salvato tutti come buono e amico dell’uomo.
Dopo l’inno vesperale e il prokìmen del giorno vengono fatte tre letture bibliche: Esodo 15, 22-16, 1; Proverbi 3, 11-18; Isaia 60, 11-16. Seguono alcune preghiere fisse e il proprio della Litia.
Oggi, la parola sacra di Davide riceve veramente il suo compimento: ecco che veramente adoriamo lo sgabello dei tuoi piedi purissimi e siamo pieni di speranza all’ombra delle tue ali, o Generoso, e ti gridiamo: La luce del tuo volto sia impressa su di noi!
Esalta la forza del tuo popolo ortodosso con l’esaltazione della tua croce, Cristo pieno di misericordia.
L’albero della vera vita piantato sul Calvario, l’albero su cui il Re dei secoli ha operato la nostra salvezza ed oggi viene esaltato, consacra i confini dell’universo e il tempio della risurrezione celebra la sua dedicazione. Gli angeli si rallegrano nei cieli e gli uomini esultano sulla terra, cantano assieme a David e dicono: Esaltate il Signore Dio nostro e adorate lo sgabello dei suoi piedi perché è santo Colui che concede al mondo la grande misericordia.
Prefigurava la tua croce, o Cristo, il patriarca Giacobbe che benediceva i nipoti imponendo sulle loro teste le sue mani incrociate. E noi, Salvatore, esaltando oggi la tua croce, esclamiamo: Al nostro re, amico di Cristo, accorda la vittoria come concedesti il trionfo a Costantino.
Divino tesoro nascosto in terra, la croce vivificante apparve nei cieli al pio imperatore, mostrando il segno spirituale della sua vittoria sui nemici. Rallegrandosene, con fede ed amore si affrettò ad esaltare, per impulso divino, ciò che aveva visto e a trarla con zelo dal seno della terra, per la liberazione del mondo e la salvezza delle nostre anime.
Il gesto del patriarca Giacobbe incrociante le mani per benedire la sua progenie preparava il segno sovrano della tua croce: possedendo in essa una protezione efficace, respingiamo con vigore le forze diaboliche e atterrando l’orgoglio di Belial, mettiamo in fuga le forze distruttrici del nemico Amalek. Ed ora che la croce è esaltata, noi fedeli la presentiamo piamente alla tua bontà per l’espiazione dei nostri peccati, esclamando a gran voce: Signore, abbi pietà, Tu che ti sei incarnato da una Vergine; Tu che sei buono, abbi compassione della creatura formata con saggezza dalle tue mani.
Tu sei la mia sovrana protezione, croce di Cristo dai tre rami; santificami per la tua potenza, affinché ti adori e ti glorifichi con fede ed amore.
Facciamo risuonare oggi un canto di festa e, col volto radioso, esclamiamo a gran voce: O Cristo, che per noi hai accettato la condanna, gli sputi, i colpi e di esser rivestito di derisoria porpora, Tu sei salito sulla croce, alla cui vista il sole e la luna han nascosto la loro luce, la terra ha tremato di paura e il velo del tempio si è diviso: Tu dunque dacci ora la tua preziosa croce come protezione, salvaguardia e terrore dei demoni, affinché abbracciandola cantiamo: O croce, salvaci per la tua forza; santificaci per il tuo splendore, o croce veneranda, e rafforzaci per la tua esaltazione poiché ci sei stata data come luce e salvezza delle nostre anime.
O croce, segno luminoso tra gli astri, tu hai prefigurato un trofeo di vittoria al piissimo re; sua madre, avendoti ritrovato, ha fatto di te l’ornamento del mondo. Esaltandoti in questo giorno, noi, cori di fedeli, gridiamo: Illuminaci col tuo splendore, o croce vivificante; santificaci per la tua virtù, o croce veneranda, e rafforzaci per la tua esaltazione, innalzata contro la schiera dei nemici.
Mosè prefigurò l’opera della tua croce veneranda quando mise in fuga il nemico Amalek nel deserto del Sinai: infatti, quando stendeva le mani, formando l’immagine della croce, il popolo riprendeva forza. Oggi è per noi compiuta la realizzazione delle figure: oggi la croce è esaltata e i demoni sono messi in fuga, oggi l’intera creazione è liberata dalla corruzione, poiché, per la croce, tutti i doni risplendono su di noi. Con gioia perciò tutti ci prosterniamo innanzi a te dicendo: Come sono magnifiche le tue opere, Signore, gloria a Te!
Apostica
Salve, croce vivificante, trofeo invincibile della pietà, porta del paradiso, sostegno dei fedeli, bastione della Chiesa; grazie a te è stata vinta la corruzione, il potere della morte calpestato e noi siamo elevati dalla terra ai cieli; arma invincibile, avversario dei demoni, gloria dei martiri, vero ornamento dei santi, porto di salvezza, tu apporti al mondo la grande misericordia.
R. Esaltate il Signore nostro Dio e prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, perché è santo (Sal. 98, 5).
Salve, o croce del Signore, per la quale l’umanità è stata liberata dalla maledizione, segno di vera gioia, che metti a terra i nemici nella tua esaltazione, o tutta veneranda! Nostro soccorso, potenza dei re, fermezza dei giusti, dignità dei sacerdoti; quando sei raffigurata ci salvi dalle calamità; verga della forza che ci pasce, arma di pace che gli angeli circondano con tremore, divina gloria di Cristo, il quale accorda al mondo la grande misericordia.
V. Dio è Re nostro da prima dei secoli; egli opera la salvezza in mezzo alla terra (Sal. 73, 12).
Salve, guida dei ciechi, medico degli infermi, risurrezione dei morti, che risollevi noi tutti caduti nella corruzione, o croce veneranda; per te è abolita la maledizione e fiorisce l’immortalità e noi figli della terra siamo divinizzati e il diavolo è definitivamente abbattuto. Oggi, vedendoti esaltata nelle mani dei vescovi, esaltiamo anche Colui che su di te fu innalzato e ti adoriamo, attingendo copiosamente la grande misericordia.
Ciò che anticamente Mosè ha raffigurato nella sua persona vincendo e mettendo in fuga Amalek, ciò che Davide il melode invitava ad adorare come lo sgabello dei tuoi piedi, la tua veneranda croce, o Cristo Dio, noi oggi l’adoriamo baciandola con labbra indegne ed inneggiamo a Te che hai voluto esservi confitto, gridando: Signore, col buon ladrone rendici degni del tuo Regno.
Dopo il cantico di Simeone e le altre preghiere abituali conclusive dei Vespri si canta il Tropario della festa:
Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda alle tue Chiese vittoria sui nemici e proteggi con la tua croce il tuo popolo. (3 volte)
UFFICIATURA DEL MATTINO
Adoriamo il legno della tua croce, o Amico degli uomini, perché su di esso sei stato inchiodato, vita di tutti. Hai aperto il Paradiso, o Salvatore, al ladrone che venne a te con fede e fu giudicato degno di celesti delizie, confessandoti: «Ricordati di me, Signore!» Come lui ricevi anche noi che ti gridiamo: Abbiamo tutti peccato; nella tua misericordia non ci respingere.
Appena il legno della tua croce, o Cristo, fu fissato in terra, le fondamenta della morte vennero scosse, Signore; Colui che l’Ade aveva avidamente inghiottito, lo rigettò con terrore. Ci hai mostrato la tua salvezza, o Santo, e ti glorifichiamo, Figlio di Dio; abbi pietà di noi.
Nei tempi antichi, Giosuè, figlio di Nun, prefigurava misteriosamente il segno della croce quando stese le braccia in forma di croce, mio Salvatore, e fermò il sole finché vennero disfatti i nemici a Te ribelli, o Dio. Ma ora questo astro si oscura vedendo in croce Te che distruggi la potenza della morte e spogli l’Ade.
Al Prokìmen si cantano i versetti 3 e 1 del Sal. 97 e dal Evangelo si legge: Giovanni 12, 28-36.
Tu sei la mia sovrana protezione, croce di Cristo dai tre rami, santificami con la tua forza, affinché io ti adori e ti glorifichi.
Croce di Cristo, speranza dei cristiani, guida degli smarriti, porto dei travagliati, vittoria nelle battaglie, sostegno dell’universo, medico dei malati, risurrezione dei morti, abbi pietà di noi.
Canone
Ode I
Tracciando davanti a sé una croce col suo bastone, Mosè aprì il mar Rosso ad Israele, che l’attraversò a piede asciutto; poi voltandosi lo richiuse sui carri di Faraone iscrivendo sulla sua immensità l’arma invincibile. Perciò inneggiamo a Cristo nostro Dio, che si è coperto di gloria.
Gloria, Signore, alla tua veneranda croce! (si ripete ad ogni Tropario)
Anticamente Mosè prefigurò in se stesso la tua purissima passione, quale mediatore dei sacri doni: raffigurando infatti la croce, alzò le braccia come un trofeo di vittoria ed annientò la potenza dell’implacabile Amalek. Perciò cantiamo Cristo nostro Dio, che si è coperto di gloria.
Mosè innalzò su un palo il rimedio per liberare dagli effetti di un morso velenoso; in forma di croce attaccò obliquamente sul legno il serpente strisciante e con questo trionfò sul danno. Perciò cantiamo Cristo nostro Dio, che si è coperto di gloria.
Il cielo fece apparire il trofeo della croce al pio condottiero e imperatore ispirato da Dio, e con esso fu abbattuta l’ostile arroganza dei nemici, l’errore messo in fuga e la fede divina si estese alle estremità della terra. Perciò cantiamo Cristo nostro Dio, che si è coperto di gloria.
Ode III
Una verga è presa come tipo del mistero: fiorendo designa il sacerdote, e nella Chiesa, un tempo sterile adesso fiorisce il legno della croce, sua forza e sua fermezza.
Quando la roccia colpita fece sgorgare l’acqua per un popolo ribelle e duro di cuore, veniva rappresentato il mistero della Chiesa eletta da Dio, di cui la croce è forza e sostegno.
Quando il costato purissimo venne colpito dalla lancia ne fuoriuscì acqua con sangue inaugurando l’Alleanza e purificando il peccato, perché la croce è gloria per i credenti, e, per i re, forza e sostegno.
Càtisma
Nel Paradiso, un tempo, il nemico mi aveva spogliato, dandomi da gustare il suo, frutto, dell’albero che da la morte; il legno della croce che portava agli uomini il rivestimento di vita fu infisso in terra e il mondo intero fu ripieno d’illimitata gioia. Vedendo la croce esaltata, popoli, rivolgiamoci a Dio con fede, unanimi gridando: Piena di gloria è la tua casa!
Ode IV
Ho udito, Signore, il mistero della tua economia, ho meditato sulle tue opere e glorificato la tua divinità.
Anticamente Mosè nel deserto trasformò con il legno le fonti amare, prefigurando così la trasformazione dei gentili verso la pietà per mezzo della croce.
Il Giordano si aprì fino in fondo e restituì al legno l’ascia tagliente, indicando la soppressione dell’errore mediante la croce e il battesimo.
Diviso in quattro gruppi, il popolo si dispone in un ordine sacro per precedere il Tabernacolo figurativo dell’Alleanza, glorioso in questa crociforme formazione.
Miracolosamente manifestatasi, la croce risplendette come il sole e i cieli raccontarono la gloria del nostro Dio.
Ode V
O legno tre volte beato! Su di esso fu crocifisso Cristo Re e Signore, con esso venne abbattuto chi aveva ingannato col legno e a sua volta si lasciò ingannare da Dio che vi era inchiodato nella sua carne e che da la pace alle anime nostre.
Su di te, legno oggetto dei nostri canti, Cristo fu disteso; sei tu che la spada fiammeggiante custodiva nell’Eden, ma l’arma terribile del cherubino indietreggiò davanti a Cristo crocefisso su di te e che da la pace alle anime nostre.
Le potenze infernali nemiche della croce tremano alla vista di questo segno tracciato nell’aria dove si muovono; ma la stirpe degli abitanti dei cieli e della terra piega il ginocchio davanti a Cristo che da la pace alle anime nostre.
Risplendente di fulgida luce la divina croce appare alle nazioni ottenebrate e smarrite nell’errore, e diffondendo luce divina, le porta a Cristo che su di essa fu inchiodato e che da la pace alle anime nostre.
Ode VI
Nelle viscere del mostro marino, Giona, stendendo le braccia in croce, prefigurava chiaramente la passione redentrice; e uscendone dopo tre giorni descriveva la risurrezione sovraterrestre di Cristo Dio, crocifisso nella sua carne e illuminante il cosmo con la sua risurrezione al terzo giorno.
Curvato dalla vecchiaia e oppresso dalla malattia, Giacobbe si rizzò e incrociò le mani, mostrando l’energia della croce vivificante. È così che Dio, inchiodato sulla croce nella carne, rinnovò la vetustà della lettera oscura della Legge e scacciò la funesta malattia dell’inganno.
Il divino Israele ponendo le mani incrociate sulle teste dei giovani, mostrava che il popolo servitore della Legge aveva diritto all’onore di primogenito; supposto poi che stava commettendo un errore, non modificò il segno vivificante: «Predominerà, disse, il nuovo popolo di Cristo Dio, difeso dal bastione della croce».
Kontàkion
Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, Cristo Dio, fa misericordia al tuo popolo che porta il tuo nome; allieta nella tua potenza i nostri re fedeli (o: governanti) dando loro vittoria contro i nemici; trovino nella tua alleanza, un’arma di pace, un trofeo invincibile.
Ikos
Colui che, rapito in Paradiso fino al terzo cielo, udì parole indicibili e divine quali non è permesso alla lingua di proferire, scrive ai Galati, ciò che voi conoscitori della Scrittura avete letto e sapete: «Lungi da me il gloriarmi, se non unicamente nella croce del Signore, soffrendo sulla quale Egli uccise le passioni». Tutti dunque, stringiamoci fortemente alla croce del Signore, gloria di tutti, poiché questo legno è la nostra salvezza, arma di pace, trofeo invincibile.
Ode VII
L’ordine insensato del crudele tiranno agitò i popoli poiché spirava minaccia e bestemmia contro Dio. Ma né il furore delle belve, né il fuoco divorante spaventò i Tre Fanciulli: in mezzo alle fiamme che soffiavano un vento refrigerante, cantavano concordi: «Dio dei Padri e nostro, degno di ogni canto, Tu sei benedetto!».
Per aver gustato il frutto dell’albero il primo uomo fu precipitato nella corruzione, fu condannato a perdere ignominiosamente la vita; come infermità corrodente tutto il corpo, trasmise il suo male a tutta la sua stirpe. Ma noi abitanti della terra, avendo trovato il legno della croce per la salvezza, gridiamo: «Dio dei Padri e nostro, degno di ogni canto, Tu sei benedetto!».
La disobbedienza fece trasgredire il comando divino e l’albero diede morte ai mortali poiché il frutto era stato indebitamente mangiato. Poi il legno fu messo al sicuro per preservare la vita preziosa di cui era fonte; e ritornò accessibile per i buoni sentimenti del ladrone che morendo miseramente gridava: «Dio dei Padri e nostro, degno di ogni canto, Tu sei benedetto!».
Israele, contemplando l’avvenire, baciò l’estremità del bastone di Giuseppe, mostrando in anticipo come la gloriosa croce sarebbe stata la salvaguardia del potere regale: per i re essa è infatti una gloria trionfale e una luce per quanti con fede gridano: «Dio dei Padri e nostro, degno di ogni canto, Tu sei benedetto!».
Ode VIII
Fanciulli, uguali in numero alla Trinità, benedite Dio Padre Creatore, cantate il Verbo sceso a soccorrervi cambiando il fuoco in rugiada ed esaltate lo Spirito Santo che, nei secoli, dona a tutti la vita.
Mentre è esaltato il legno bagnato dal sangue del Verbo di Dio incarnatosi, cantate Potenze celesti che festeggiate la redenzione dei mortali. Popoli, adorate la croce di Cristo, per la quale la risurrezione è accordata al mondo nei secoli.
Dispensatori della grazia, che abitate la terra, elevate con le vostre mani e con sacerdotale rispetto la croce su cui fu innalzato Cristo, sì che la lancia trafisse il corpo del Dio-Verbo. Tutte le genti vedano la salvezza di Dio e lo glorifichino nei secoli.
Voi che siete stati innalzati con divino decreto, re credenti dei cristiani, rallegratevi; gloriatevi della vostra arma foriera di vittoria, la gloriosa croce ricevuta da Dio: grazie ad essa le tribù nemiche, ardite ed avide, sono disperse nei secoli.
Ode IX
Tu sei, o Madre di Dio, il mistico giardino che senza esser coltivato ha germinato Cristo, per il quale è stato piantato l’albero vivificante della croce. Perciò oggi nella sua esaltazione adoriamo Lui e magnifichiamo Te.
Si rallegrino tutti gli alberi della foresta la cui natura è santificata, poiché Cristo, che all’origine li aveva piantati, è stato steso sul legno; perciò oggi nella sua esaltazione, noi l’adoriamo e lo magnifichiamo.
È innalzata come una sacra difesa dei credenti la croce, tracciata sulla testa di tutti e grazie a lei le forze dei pensieri peccaminosi sono distrutte. Perciò oggi nella sua esaltazione l’adoriamo e magnifichiamo.
La morte che, per il frutto dell’albero, piombò sulla nostra razza, è oggi sconfitta dalla croce: infatti la maledizione di tutta la discendenza della nostra prima Madre, è cancellata dal frutto della pura Madre di Dio: è Lei che tutte le potenze celesti magnificano.
Non volendo lasciar perdurare l’amarezza venutaci dall’albero, o Signore, con la croce l’hai completamente cancellata; così un tempo il legno tolse l’amarezza alle acque di Mara, prefigurando l’energia della croce che le potenze celesti magnificano.
Noi che, non giustificati, eravamo immersi nelle tenebre del primo Padre, Tu, o Signore, oggi ci hai rialzati con la croce; come l’eccesso della passione aveva infatti precipitato la nostra natura nel male, così la luce della tua croce ci ha tutti risollevati, e noi, credenti, la magnifichiamo.
Per rivelare al mondo il segno che noi adoriamo, o Signore, Tu hai formato nel cielo la croce, gloriosa sopra tutto, fulgida di luce infinita e arma invincibile per l’imperatore [Costantino] tutte le Potenze celesti la magnificano.
Esapostilàri
La croce è la custode di tutto l’universo, la croce è l’ornamento della Chiesa, la croce è la forza dei re, la croce è il sostegno dei fedeli, la croce è la gloria degli angeli e la rovina dei demoni. (2 volte)
La croce è esaltata in questo giorno e il mondo santificato, perché, o Cristo, che siedi col Padre e col Santo Spirito, su di essa hai steso le braccia e hai attirato il mondo intero alla tua conoscenza; Tu rendi degni della gloria divina coloro che sperano in Te.
Alle Lodi, tra gli ultimi quattro versetti del Salmo s’intercalano questi Tropari:
O mirabile portento! L’albero vivificante, la croce santissima, oggi si manifesta elevata in alto. Tutti i confini della terra la glorificano, tutti i demoni sono terrorizzati. Oh, quale dono è stato fatto ai mortali! Per essa, Cristo, salva le nostre anime, come unico misericordioso. (2 volte)
O mirabile portento! Per aver portato l’Altissimo, come un grappolo pieno di vita, la croce è oggi esaltata al di sopra della terra e appare a tutti; grazie ad essa tutti siamo stati attratti a Dio e la morte vinta per sempre. O legno immacolato! Grazie ad esso godiamo dell’alimento immortale dell’Eden, glorificando Cristo.
O mirabile portento! La lunghezza e la larghezza della croce è uguale ai cieli, poiché, per la divina grazia, santifica tutto. In essa le nazioni barbare sono vinte e gli scettri dei re rafforzati. O scala divina! Per essa saliamo al cielo esaltando nei nostri canti Cristo Signore.
Oggi avanza la croce del Signore e i fedeli l’accolgono con amore e ne ricevono guarigione del corpo e dell’anima, e da ogni malattia. Baciamola nella gioia e nel timore: nel timore a causa del peccato che ce ne rende indegni; nella gioia, a causa della salvezza che accorda al mondo Colui che su di essa è stato inchiodato, Cristo Signore, che possiede la grande misericordia.
ESALTAZIONE DELLA CROCE
Il sacerdote, alla fine della grande dossologia, trasporta solennemente la croce, su un vassoio ornato di foglie e fiori, dal santuario al centro della chiesa e la depone su un tavolino al canto del Tropario: «Salva, Signore...»; l’incensa, e, fatte tre grandi prostrazioni, la bacia. Poi, ripresa in mano la croce, con un rito semplice, ma di evidente significato cosmico, la ’esalta’, cioè la eleva al massimo possibile sopra il suo capo, successivamente verso i quattro punti cardinali, mentre i fedeli, ad ognuna delle elevazioni, ripetono circa cento volte: «Signore pietà».
Rivolto verso oriente, dice:
Abbi pietà di noi Signore, secondo la tua grande misericordia; te ne preghiamo, esaudiscici ed abbi pietà di noi!
Spostandosi al lato destro del tavolino, verso il nord, dice:
Preghiamo ancora per i nostri re (o: per i governanti) pii e custoditi da Dio.
Spostandosi dietro il tavolino, verso occidente, dice:
Preghiamo ancora per il nostro Patriarca N. e per tutta la nostra fraternità in Cristo.
Spostandosi al lato sinistro del tavolino, verso il sud, dice:
Preghiamo ancora per tutti i cristiani ortodossi, per la loro salute, salvezza e remissione dei peccati.
Ritornato al posto iniziale, guardando verso oriente, dice:
Preghiamo ancora per tutti coloro che servono ed hanno servito in questa santa chiesa (o: in questo santo monastero), per la loro salute, salvezza e remissione dei peccati.
Fatta l’ultima esaltazione, il sacerdote benedice i fedeli, e si canta il Kontàkion del giorno: «Tu che volontariamente...». Depone poi la croce sul tavolino ed intona:
Adoriamo la tua croce, Signore, e glorifichiamo la tua santa risurrezione! (3 volte)
Nel frattempo si prostra fino a toccar la terra con la fronte per due volte, bacia la croce e fa una terza prostrazione. Lo seguono ed imitano il clero e i fedeli, mentre il coro canta i seguenti inni:
Venite, fedeli, adoriamo il legno vivificante: su di esso Cristo, Re di gloria, stese le braccia e ci risollevò alla beatitudine iniziale, di cui ci aveva spogliato il nemico allettandoci, facendo di noi degli esiliati da Dio. Venite, fedeli, adoriamo il legno grazie al quale siamo giudicati degni di schiacciare le teste dei nemici invisibili. Venite, famiglie tutte delle genti, veneriamo con i nostri canti la croce del Signore. Salve, croce, perfetta liberazione di Adamo caduto; in te si glorificano i nostri re fedelissimi, poiché nella tua potenza sottomettono con forza il popolo d’Ismaele. Baciandoti ora con riverenza noi cristiani glorifichiamo il Dio che su di te fu inchiodato, dicendo: Signore, che sei stato crocefisso su di essa, abbi pietà di noi, Tu Buono e Amico dell’uomo.
Venite, popoli, contemplando la gloriosa meraviglia, adoriamo la potenza della croce; poiché l’albero nel Paradiso aveva prodotto la morte, questo invece ha prodotto la vita, sostenendo crocifisso l’innocente Signore. Tutti i popoli vi colgano l’incorruttibilità esclamando: Tu che con la croce hai abolito la morte e ci hai liberato, gloria a Te!
In questo giorno l’albero della vita, uscito dalle profondità della terra, conferma la fede nella risurrezione del Cristo che vi fu inchiodato; elevata dalle mani dei sacerdoti, annuncia la sua ascensione ai cieli, per la quale l’impasto di cui siamo fatti, risollevato dalla caduta terrestre, vive già nei cieli. Cantiamo quindi con riconoscenza: Signore, che su di essa sei stato innalzato e che, per essa, ci hai elevati con Te, rendi degni della gioia celeste coloro che ti cantano.
O Dio, si è compiuta la parola dei tuoi profeti Isaia e Davide, che diceva: «Tutte le stirpi verranno, Signore, e ti adoreranno»; ecco infatti, o Dio buono, nei tuoi cortili a Gerusalemme, le genti, ripiene di grazia. Tu che hai sofferto la croce per noi e ci hai vivificato con la tua risurrezione, proteggici e salvaci!
Le quattro estremità del mondo sono santificate in questo giorno in cui è esaltata la tua croce dai quattro rami ed insieme è esaltata la forza dei nostri re credenti che, per essa, spezzano la potenza dei nemici.
Tu sei grande, Signore, e ammirevole nelle tue opere: gloria a Te!
Le voci dei profeti hanno predetto il legno sacro sul quale Adamo è stato liberato dall’antica maledizione della morte; il creato, in questo giorno della sua esaltazione, eleva la voce chiedendo a Dio grande misericordia. E Tu, che solo compatisci oltre ogni misura, o Sovrano, sii la nostra espiazione e salvaci.
Si è compiuta, o Dio, la parola del tuo profeta Mosè che diceva: «Vedrete la vostra vita sospesa davanti ai vostri occhi». Oggi la croce è esaltata e il mondo liberato dall’errore. Oggi la risurrezione di Cristo è rinnovata e i confini della terra si rallegrano, offrendoti i loro canti con cembali davidici, e dicono: «Hai operato la salvezza in mezzo alla terra, o Dio, passando per la croce e la risurrezione. Con questo ci hai salvato, Tu che sei buono e amico dell’uomo: Onnipotente Signore, gloria a Te!»
ALLA LITURGIA
Isodikòn
Esaltate il Signore Dio nostro e prostratevi dinanzi allo sgabello dei suoi piedi, perché è santo.
Si cantano il Tropario «Salva...» e il Kontàkion «Tu che volontariamente...».
Invece del Trisaghion si canta
Adoriamo la Tua Croce, o Sovrano, e glorifichiamo la Tua Resurrezione!
Letture: Epistola: la Corinti 1, 18-25; Evangelo: Giovanni, 19, 6-11.13-21.25-28.30-35.
Megalinario
Tu sei, o Madre di Dio, il mistico giardino che senza esser coltivato ha germinato Cristo, per il quale è stato piantato l’albero vivificante della croce. Perciò oggi nella sua esaltazione adoriamo Lui e magnifichiamo Te.
Kinonikon
Si è manifestata su di noi la luce del tuo volto, o Signore. Alliluia.
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