mercoledì 11 settembre 2013

Monastero Rača – guardiano dell’antica Serbia

La tradizione del fondatore della dinastia dei Nemanjić da tempo è nota. Grazie a ciò, oggi siamo in possesso delle testimonianze monumentali sulle fondamenta della statualità serba, non solo sul territorio dell’odierna Serbia, ma anche oltre… In tal contesto si inserisce il monastero Rača, come centro di diffusione dell’alfabetizzazione e della letteratura serba dei manoscritti, ha una notevole importanza. Durante la Seconda guerra mondiale a Rača fu custodito il libro più prezioso della letteratura serba – il Vangelo di Miroslav (Miroslavljevo jevanđelje), il più antico libro serbo scritto nel XII secolo. 

Sulle pendici dell’antica Tara, nella valle dell’accigliata gola del fiume Rača, circondato da una fitta foresta e nascosto alla vista, si trova il monastero Rača – tempio votivo del re Dragutin Nemanjić del XIII secolo. Durante la turbolente storia della Serbia, il monastero fu dato a fuoco tre volte, fu distrutto e saccheggiato. Raggiunse il suo aspetto odierno verso gli inizi del XIX secolo, nella Serbia liberata del principe Miloš Obrenović. L’interno del monastero è decorato da icone e affreschi, nei quali domina il “blu bizantino”, mentre l’iconostasi con due icone di Gesù e la Madonna, è una delle più belle in Serbia.
Costruito nell’estremo Occidente della Serbia medievale, accanto al confine con la Bosnia, sul territorio dove da secoli si scontrano l’Oriente e l’Occidente, sopravvisse a molti periodi drammatici. Inizialmente in funzione della difesa dell’ortodossia dall’eresia dei patareni, che si diffuse dalla Bosnia verso l’area di confine con la Serbia occidentale, attraverso la storia come centro di diffusione dell’alfabetizzazione e della letteratura dei manoscritti, il monastero Rača divenne sempre più importante.
Oggi in pochi osano passare lungo il canyon del fiume Rača, dove in passato passavano i monaci del monastero Rača fino alla sorgente spumeggiante Lađevci, nelle cui vicinanze si trovano le fondamenta della piccola cappella medioevale del monastero Rača, chiesetta dedicata a San Giorgio, dove ebbe la sede la famosa “Scuola di trascrizione di Rača”. Dal belvedere Crnjeskovo si vede la roccia Croce (con la croce di metallo) sotto la quale si trovano delle grotte in cui venivano custoditi i libri e nelle quali i monaci potevano entrare soltanto con l’aiuto della fune. Le ricerche hanno scoperto circa 40 manoscritti e 15 libri liturgici trascritti.
Il lavoro di trascrizione fu interrotto nel 1690, quando i monaci del monastero si unirono alla grande migrazione dei serbi, condotta dal patriarca Arsenije III. Nonostante ciò, loro posero le basi della letteratura e dell’alfabeto serbo nel nuovo secolo e da allora essi scrivono sui libri liturgici il loro nome e l’attributo “Račanin” (di Rača). “Račanin” divenne subito il nome di tutti quelli che si sentirono come appartenenti di un’unica letteratura e scuola di trascrizione. L’opera più importante, creata in questo laboratorio di trascrizione, è “Bukvar i Stihologija” (Abbecedario e versistica). Purtroppo i manoscritti del Monastero Rača sono sparsi nei musei di tutta l’Europa. Di recente è stata esposta una parte delle Sante reliquie del re Dragutin, più in là monaco Teohrist.
Servizio a cura di Ivana Subašić.



E’ difficile capire il popolo serbo se non si conosce la storia dei suoi templi. I monasteri più antichi risalgono al IX secolo, e la loro costruzione continua fino alla fine del XVII secolo. Sono stati realizzati in epoche diverse e in stili diversi. I templi più belli sono stati costruiti dai sovrani della Serbia. Essi rappresentano un importante patrimonio culturale e religioso, non solo per le particolarità architettoniche, ma anche per gli affreschi, per le icone e le altre opere d’arte che conservano tra le loro mura.
Nella Serbia occidentale i monasteri più noti sono Mileseva e Raca.
Il monastero Mileseva fu costruito dal principe Vladislav nel 1219. Le reliquie di St.Sava, trasferite nel monastero nel 1326, ne fecero uno dei centri religiosi più importanti dei Balcani. La grande ricchezza del monastero Mileseva è rappresentata dai suoi affreschi, tra i quali il più bello raffigura l’ “Angelo Bianco”.
Il monastero Raca, uno dei  più importanti di questa regione della Serbia, fu realizzato dal re Dragutin, e risale al XIII secolo. Nella sua turbolente storia è stato distrutto e ricostruito diverse volte. Durante la seconda guerra mondiale nel monastero di Raca fu custodita il vangelo di Miroslav, il più antico documento scritto del popolo serbo.




Monastero Raca (Манастир Рача)


Questo monastero medievale l'ha fatto costruire il re Dragutin (1273-1275) ed è dedicato all'ascensione. Grazie a questo monastero l'influenza del re e l'ortodossia erano particolarmente forti in questa parte della Serbia. I monaci che vivevano qui partecipavano a rafforzare l'identità nazionale, copiando libri religiosi e preservando le tradizioni.
Il monastero è stato comunque distrutto e riscostruito un paio di volte. Quando scoppiarono i conflitti tra turchi e austro-ungarici (fine del 17esimo secolo) i serbi aprofittarono per liberarsi dalla schiavitù turca, aiutando l'armata austriaca (cristiana) a vincere. 

Con l'aiuto del patriarca Arsenie III Carnojevic i monachi del monastero riuscirono a nascondere oggetti sacri del monastero ed evitare che venissero distrutti, infatti il monastero bruciò. 
Venne ricostruito solo dopo 100 anni, cioè nel 1795 da Milentije Stefanovic e fu finito nel 1799. Nel 1813 i turchi passarono di nuovo di qui distruggendo il monastero (e tante altre chiese della zona, facendo di nuovo fuggire la gente) e cosi fu rifatto nel 1826 seguendo lo stile della "scuola di raska".
Qui un mio post con il mio diario di viaggio.

TRATTO DAL BLOG BALKAN







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