mercoledì 25 settembre 2013

L’Oriente che soffre (P. Fadi Rahi, C.Ss.R.)

Andando in Viaggio verso i paesi del Medio Oriente: ci troviamo di fronte a fiumi di sangue e di lacrime, sentiamo le grida delle mamme che hanno perso i loro figli, sentiamo i cori che cantano gli inni della libertà, incontriamo bambini pieni di paura e un popolo intero disperato. 
Durante il nostro viaggio sentiamo tantissimi musulmani che manifestano chiedendo l'"a morte per l‘America”, vediamo ancora tanti bambini che sulle strade portano nelle loro mani le cartelle scolastiche dove è scritta l’espressione "libertà” o “vogliamo essere liberi”, e poi incontriamo tantissimi giovani cristiani davanti alle porte delle ambasciate per chiedere un visto d’espatrio. 
I governi pensano a solo a se stessi, e l’opposizione organizza riunioni segrete, manifestazioni contro il governo, scioperi a veri livelli; e tante associazioni sociali e umanitarie chiedono l’intervento delle grande nazioni e degli Stati Uniti con la speranza di poter ricevere una mano d’aiuto per riuscire ad uscire dai loro problemi e promuovere lo sviluppo. 
I responsabili civili e spirituali chiedono l’aiuto di varie nazioni arabe ed europee; i musulmani sciiti chiedono aiuto all’Iran e i musulmani sunniti chiedono  aiuto all’Arabia Saudita, invece i cristiani chiedono l’aiuto di tutte le nazioni europee per vedere riconosciuti i loro diritti come cittadini, anche se sono una minoranza. 
Le riunioni dei ministri dell’estero non si fermano mai, sono quasi giornaliere, specialmente le riunioni dell’Associazione degli Stati Arabi. Giornalisti e rappresentanti dei mass-media si trovano in ogni città, in ogni quartiere e in ogni angolo dei paesi arabi per trasmettere tutti i fatti di cronaca, ma soprattutto le tragedie del mondo arabo e del Medio Oriente.
Recandoci verso il nostro alloggio, tante persone ci fermano e ci fanno le stesse domande: documenti? Chi siete? Che fate? Da dove venite? Perché siete qua? Dove siete stati? Dove andate?... Le persone che ci interrogano non sono la polizia locale o soldati dell’esercito, ma persone civili armate, e la maggioranza di loro sono giovani che è normale trovare in tutte le strade.
Ogni volta che pensiamo di uscire dobbiamo rifletterci bene, coscienti che la nostra vita e appesa ad un filo, e forse potremmo non ritornare, perché manca la sicurezza, la pace e la serenità, e ciascuno fa quello che vuole come se non ci fosse uno stato, un governo e come se le persone vivessero senza legge e senza disciplina. 
L’Oriente soffre e l’Occidente guarda, l’Oriente muore e l’Occidente vive tranquillo, l’Oriente espatria continuamente verso l’occidente e l’Occidente pensa soltanto ai suoi interessi nell’Oriente. Questa è la sofferenza più grande dell’Oriente e del mondo arabo. Tutti vogliono la "Democrazia" ma pochi in Oriente sanno cosa significa il termine “Democrazia", e a volte viene il dubbio che anche in Occidente qualcuno non sappia bene cosa significa questo termine.
Preparando le nostre valige per il ritorno verso l’Occidente, tutti ci danno dei messaggi, delle lettere e ci chiedono di trasmettere la loro sofferenza, la loro tragedia e la loro passione quotidiana dicendo: “Speriamo in Dio e speriamo nel vostro aiuto” e noi gli rispondiamo nella loro lingua araba: “Insciallah”.

P. Fadi Rahi, C.Ss.R.



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