lunedì 29 luglio 2013

Salmo 23 (22) IL SIGNORE È IL MIO PASTORE

Dio, o pastore di costellazioni, Spirito che apri il volo agli infiniti stormi di uccelli verso i terminali delle loro migrazioni; Spirito che spiri avanti tutti i pensieri degli uomini buoni e giusti; Spirito che conduci i pellegrini dello spirito negli incantati pascoli della santità, e gli erranti riconduci da sperduti deserti sulle vie della vita, e mai desisti, Divino mendicante, di cercare la pecorella smarrita: se il vederti con gli occhi del corpo è di troppo in questa valle oscura, che almeno sempre oda i tuoi passi mentre mi cammini accanto, o Compagno di traversata; e ciò sia a tua gloria più ancora che il prestarti a guidare le stelle nella notte. Amen.

1 Il Signore è il mio pastore:
nulla manca ad ogni attesa,
2 in verdissimi prati mi pasce,
mi disseta a placide acque.
3 È il ristoro dell' anima mia,
in sentieri diritti mi guida
per amore del santo suo nome,
dietro lui mi sento sicuro.
Pur se andassi per valle oscura
non avrò a temere alcun male:
perché sempre mi sei vicino,
mi sostieni col tuo vincastro.
5 Quale mensa per me tu prepari
sotto gli occhi dei tuoi nemici !
Del tuo olio profumi il mio capo,
il mio calice è colmo di ebbrezza!
6 Bontà e grazia mi sono compagne
quanto dura il mio cammino:
io starò nella casa di Dio
lungo tutto il migrare dei giorni.

«Le centinaia di libri che ho letto non mi hanno procurato tanta luce e tanto conforto quanto questi versi del Salmo 23». Questa testimonianza del filosofo francese H. Bergson esprime limpidamente il fascino costante esercitato sui lettori da questa lirica studiata, amata e continuamente echeggiante nelle liturgie cristiane. Due sono le unità simboliche che reggono la poesia: la prima è quella pastorale, tanto cara alla tradizione biblica e orientale in genere (vedi Ezechiele 34 e Giovanni 10), la seconda è quella dell'ospitalità (la mensa, l'olio profumato, il calice colmo), segno di intimità. Il pastore non è solo la guida, è anche il compagno di viaggio per il quale le ore del gregge sono le sue ore, stessi i rischi, stessa la sete e la fame, identica la calura implacabile. Il pasto dell'ospitalità evoca, invece, il sacrificio di comunione nel Tempio che comprendeva un banchetto sacro con le carni della vittima immolata.
I due simboli parlano, quindi, di comunione e di intimità tra Dio e l'uomo: «sempre mi sei vicino» (v. 4) è, allora, la parola decisiva del salmo e la fiducia l'atteggiamento di fondo.
Dossologia
Grazie al Padre che ci ha benedetti
fin dall'alba del mondo nel Cristo:
nello Spirito il solo pastore
che nei cieli ci fa camminare.
Preghiera

Gesù Cristo, pastore buono, che ti sei fatto nostro compagno di cammino: 
a causa delle nostre infedeltà non lasciarci mai soli, poiché ci perderemo in aridi pascoli e ci smarriremo nella valle oscura; ma continua a custodirci e a difenderci dai lupi; a nutrirci di cibi purissimi e a portarci tutti a libertà. Amen.


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