domenica 3 novembre 2013

San Calimero di Milano



Nato da nobile famiglia, dopo un viaggio a Roma, fu consacrato prete. Alla morte del vescovo di Milano, S. Castriziano, di cui fu fedele coadiutore, s. Calimero fu eletto dalla gente a succedergli.
L’episcopato di S. Calimero si pone nel periodo che va dal 270 al 280.
La tradizione vuole S. Calimero martire, in quanto gettato alcuni pagani in un pozzo dove trovò la morte.

San Calimero è sepolto nella basilica a lui dedicata a Milano. Nel VIII secolo, nella cripta della basilica, le sue reliquie furono ritrovate in un pozzo, ancora oggi esistente, immerse nell’acqua.
Un tempo in occasione della festa del santo, l’acqua del pozzo veniva distribuita ai malati.
La chiesa milanese commemora il suo quarto vescovo martire il 31 luglio. Insieme agli altri santi vescovi milanesi, S. Calimero è festeggiato anche il 25 settembre. 
Basilica di San Calimero

BASILICA DI SAN CALIMERO A MILANO

Di origine antichissima (V sec.) la basilica si presenta oggi con tratti moderni, a causa di un restauro operato nel 1882. Della fase romanica si conserva, esternamente, l’abside (IX-X sec) ritmata da arcatelle a bocca di forno, e il fianco destro che presenta un paramento di mattoni a vista inframmezzati da corsi disposti a spina di pesce. 
Durante gli scavi compiuti nel 1905 nella cripta della chiesa si rinvennero dei mattoni con una marca di fabbrica che risultò essere quella di re Teodorico (493-526 d.C.). Il luogo in cui sorge la Basilica era anticamente un’area cimiteriale fuori dalle porte della città, lungo la via di Roma: ancora oggi murate sul fianco destro della chiesa vi sono alcune lapidi funerarie, pagane e cristiane, provenienti dalla vecchia necropoli. Della fase romanica S. Calimero conserva, esternamente, l’abside e il fianco destro che presenta un paramento di mattoni a vista inframmezzati da corsi disposti a spina di pesce. Un elemento particolare è il campanile, la cui cella campanaria è frutto di ricostruzione secentesca. Oggi è possibile ammirare la bellezza suggestiva e raccolta dell’ambiente, dall’architettura sobria, con ampia navata, terminante nella dolce linea incurvata dell’abside.

 

 La chiesa è dedicata a San Calimero, un nobile che dopo un viaggio a Roma fu consacrato al sacerdozio.
Contemporaneo di S. Castriziano gli succedette come vescovo. La tradizione  vuole San Calimero martire, in quanto gettato da alcuni pagani in un pozzo dove trovò la morte. Il luogo in cui sorse la Basilica era anticamente un’area cimiteriale fuori dalle porte della città: ancora oggi murate sul fianco destro della chiesa  vi sono alcune lapidi funerarie pagane e cristiane provenienti dalla vecchia necropoli. Qui si tramanda fosse stato sepolto San Calimero e la chiesa a lui dedicata, probabilmente esistente fin dai tempi del vescovo Ambrogio, doveva essere una basilica cimiteriale almeno fino al XIII secolo. Sembra che la Basilica sia stata edificata, nel V secolo, sui resti di un tempio dedicato ad Apollo come riferisce una cronaca del IX-X secolo. 
IL POZZO CON L'ACQUA SANTA DI SAN CALIMERO

Da non perdere

La pala con la natività, opera di un artista cinquecentesco influenzato da Gaudenzio Ferrari.

La tela della Crocifissione, attribuita a G. B. Crespi, detto il Cerano che si trovaaccanto all’ingresso di destra.

La cripta cinquecentesca, dalla volta affrescata dai Fiammenghini. Inoltre, sopravvivono: unpiccolo affresco (Madonna fra due sante, XV secolo, attribuita a Cristoforo Moretti) sul lato destro del catino dell'abside, una Natività di Marco d'Oggiono, alterata da ridipinturerecenti che la rendono illeggibile in più punti e il Martirio di san Sebastiano, attribuito al
Morazzone.   
 LA CRIPTA IN CUI SI CONSERVANO LE SACRE RELIQUIE DI SAN CALIMERO




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